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I RAVER NON SOGNANO PIÚ

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Category: Interviste

Memorie | Il movimento crea libertà: intervista a YAYA23

Posted on 2020/09/10 - 2020/09/14 by bananatek

Chi ha avuto la fortuna di girare alle feste in Austria, Repubblica Ceca o Germania dieci anni fa sicuramente conosce Cyberrise. Non tutti lo sanno, ma uno dei fondatori di Cyberrise, YAYA, anche conosciuto come YAYA23, ha preso parte al movimento proprio in Italia. Con l’obiettivo di continuare il nostro lavoro di preservazione della cultura del free party proponiamo la traduzione, seguita da originale in giapponese.

Questa intervista, condotta da destr∞y, membro del sound system Ikanani mothzzzzrrr fukerrrr, per freeteknojapan.blogspot.com mostra come il rave, al contrario di quello che si legge nei media
tradizionali, non è un fenomeno marginale ma dopo esser esploso nell’Europa intera ha unito persone da tutto il mondo, dal Giappone alla Colombia, dal Marocco alla Nuova Zelanda.

Chi è YAYA

Proprietario di una piccola casa discografica, YAYA ha fondato “YAYA23”, un negozio di dischi a Berlino, Germania.
È anche il cofondatore di “CYBERRISE”, uno dei sound system più particolari, ed è una personalità molto animata nel movimento dei free party e della cultura dei teknival in tutta Europa, con uno stile underground consistente.
Da metà degli anni ’90 inizia a costruire il suo sound system e con esso a cavalcare le onde del tempo, concentrandosi sul perfezionare la qualità del suono a molti free party e teknival, promuovendo il suo ideale di libertà. Chiaramente tutto questo è successo mentre viaggiava nel suo van portando gli altoparlanti dall’Europa occidentale, dove questa cultura aveva già messo le radici, fino alle nazione più all’Est come la Bulgaria e la Grecia, dove molti
sognatori arrivavano per indicare una nuova direzione alle generazioni più giovani ed isolate.
Queste avventure sono state piene di tutto, dai momenti migliori fino alle situazioni più difficile e le esperienze più crude, con l’intenzione di tenere il fuoco sempre acceso.

Discog & shop: https://www.discogs.com/seller/yaya23/profile
Youtube: https://www.youtube.com/channel/UCHHxK9hTclKFKBnUZt9xtTA
Soundcloud: https://soundcloud.com/yaya23-records
Mixcloud: https://www.mixcloud.com/yaya23/

Chi è destr∞y

È il cofondatore del sound system Ikanani mothzzzzrrr fukerrrr e con il suo collettivo ha preso parte alla scena dei free party e dei teknival in Giappone più underground. Ad un certo punto ha deciso di aggregarsi alla scena in Europa e da lì ha preso parte a molti squat party, street party, teknival e ogni tipo di espressione artistica underground.
Si è unito a vari sound system, ha viaggiato in tutta Europa facendo i suo set live, trasportando gli altoparlanti, facendo girare le produzioni e prendendo parte ad ogni manifestazione autonoma di libertà. Contemporaneamente ha scoperto la scena di improvvisazione europea e ha partecipato a tour con vari artisti di musica noise e
underground/sperimentale, come SEWAGE / OPEN CLOSE . Il risultato di queste attività multidimensionali è confluito nel progetto “Refugges on Dance Floor”. Ha rilasciato degli LP con l’etichetta “ikanani x corehead”.

https://soundcloud.com/destrooyakadubdub
https://soundcloud.com/refugees_on_dance_floor
https://www.mixcloud.com/destrooyakadubdub/

Intervista: destr∞y, trascrizione: Yusuke Shono, traduzione: chocolat

Introduzione

I teknival e i rave vivono sotto lo slogan: “No istituzioni, No profitto, No commercializzazione”.
destr∞y cercava la possibilità di una cultura slegata dalla logica del commercio e del mainstream e eventualmente si è ritrovato a Berlino. Abbiamo già parlato di lui in MASSAGE 9. Sono passati molti anni.

Dopo l’undici Marzo (il grande terremoto del Giappone dell’est nel 2011) il Giappone è cambiato molto. Non avevamo voglia di fare qualcosa di estremo solo per il nostro piacere personale. A poco a poco la nostra cultura si stava sporcando di commercialismo e per questo andava appiattendosi.

Nonostante noi come nazioni siamo stagnanti, al di fuori del Giappone qualcosa di sempre nuovo si sviluppa e evolve ogni giorno. Se ti trovi a tuo agio con cose sempre nuove devi aggregarti alla scena che crea queste cose nuove, devi diventarne membro. Ma se vivi con molte cose che cerchi di proteggere, non è una cosa semplice.
Per me solo un nuovo genere di avventura può aprirmi la porta al nuovo mondo. destr∞y è andato nel nuovo mondo per me.

Mi sono interessato al come e con quali persone spende la sua vita. In MASSAGE 9 abbiamo già scritto della sua vita quotidiana. Quindi questa volta voglio concentrarmi sulle persone che ha incontrato. Gli ho chiesto di sceglierne uno.
Lui ha scelto YAYA, un membro di “CYBERRISE”, uno dei suond system e collettivi più grandi nella zona di Berlino e ci ha fatto leggere questa breve intervista che ha avuto con YAYA.

YAYA ha viaggiato in tutta Europa organizzando teknival. Cosa c’è per lui all’intersezione fra il viaggio e la musica?
In che modo il suo stile di vita nomade gli ha aperto la porta per un mondo nuovo?

 

Intervista: esplorare la musica attraverso durante il viaggio, cosa apre questo stile di vita.

Puoi dirmi come hai iniziato a suonare e come hai fondato un sound system?
Negli anni ’90, anzi a metà degli anni 90, era in mezzo a varie sottoculture musicali: dallo skatepunk alla jungle, dal trip hop al big beats. Ero impegnato a fare il DJ nei club in Germania già allora. Resident a serate punk e indy rock, a volte mi buttavo sul primo trip hop, la jungle e la drum’n bass. Chiamavano queste serate in cui mescolavo beat di musica dance elettronica ai set più tradizionali le “refoundation night”. Era l’inizio della mia connessione con la musica elettronica come performer. All’epoca ancora usavo i CD, i minidischi, quella roba lì. Attorno al 1995 ho iniziato a comprare vinili. Big beats, trip hop, drum’n bass, jungle e molto altre. Quella roba non era dritta. Ritmi spezzati e passi veloci sulla pista… quasi come l’acid house dei primi tempi… bpm fino ai 170!

Avevo già un mio van all’epoca e mi allettava l’idea di spostarmi con esso. Parcheggiarlo da qualche parte, dormire lì. Quando lo parcheggi di fronte al club, te ne esci e casa è lì che ti aspetta. Nella seconda metà degli anni ’90 ho preso una borsa di studio come studente di scambio per lo studio dell’agricoltura subtropicale a Bologna. Ho messo i giradischi e i miei dischi nel van e mi sono diretto in Italia dove mi sono imbattuto ad un enorme festa in un capannone circondato da gente che come me viaggiava, era innamorata dei 160, 170, 180 bpm e dei sound system giganti. Gli altoparlanti nei camion, spostarsi con esso: che bella situazione! Quando suonavo ai free party allora mixavo drum’n bass e jungle ma mi piacevano anche i ritmi più spezzati così come la bass music in 4/4.
La combinazione dello step improvviso e veloce della dnb con l’elemento più meditativo del beat in 4/4 e il basso ripetitivo e monotono… un risultato eccellente per le mie orecchie. Col tempo ho iniziato a far suonare sempre più techno mixata con la jungle, per arrivare alla più veloce freetekno. Tekno con linee di basso in 4/4 e sopra di questo un groove energetico che ti prende sempre. Questo è come, a metà dei ’90, ho iniziato a suonare con i vinili nei free party nei capannoni in Italia. Questa era una nuova forma di techno, mischiava azione, movimento e musica.
Momenti divisi fra guida e musica: non fermarti e trasforma questo viaggio in libertà.

Quindi cosa stavi pensando e facendo quando hai messo insieme il viaggio col tuo sound system?

Nel profondo speravo che la musica soddisfacesse la mia fame di libertà e grazie ad essa sono riuscito a viverla, perlomeno in forma spirituale.

Considero la musica un impulso prima che gli umani hanno, almeno nel mio caso è così. Per me, il desiderio di suonare era come il bisogno di libertà. Penso di vivere una forma molto forte di libertà, la libertà spirituale, attraverso la musica. Penso che guidi o mi permetta di immaginare qualcosa oltre la vita quotidiana, qualcosa che scavalca i confini della società in cui sono nato. Quindi la musica per me ha sempre avuto questa dimensione spirituale e penso che sia un’espressione molto forte della libertà stessa. Si può dire che è un veicolo dello
spirito. Lo stesso desiderio di libertà si può riscontrare nel movimento fisico. Non intendo spostarsi da un punto A ad un punto B, ma agitarsi senza freni. Intendo vivere al di fuori degli spazi imposti da qualcun altro, come ad esempio delle case recintate. La libertà si manifesta saltando oltre queste barriere e muovendosi costantemente.

Muoviti sempre dove ti porta il tuo cuore. Quella voglia di libertà, la libertà spirituale, può essere conquistata attraverso la musica. È un’autoespressione ritmica che passa attraverso la musica. E la libertà attraverso il movimento fisico quotidiano. Ad esempio, puoi andare in un posto diverso, dormire in un posto diverso, cerca solo di
essere te stesso e se senti che non ti va bene, puoi andare ovunque senza essere limitato a dove vuoi andare. Penso che la combinazione di libertà spirituale e libertà di movimento fisico ottenuta da tale musica sia stata un impulso importante degli esseri umani sin dai tempi antichi. Il movimento fisico vero e proprio passa attraverso la musica e si muove con essa, credo sia una combinazione di immaginazione e divertimento che non è vincolata da nulla. L’output creato da esso è incommensurabile. Penso che sia molto naturale, utopico e allo stesso tempo molto reale.
È meraviglioso combinare questi due impulsi per cavalcare il battito della Terra e orbitare insieme al pianeta.
Questa combinazione, movimento e musica, è stata vincente.

In Italia, nelle persone che incontrai, con i loro camion e la loro musica, riconobbi i miei stessi desideri e per questo rimasi con loro sulla strada. Per un periodo tornai in Germania per concludere il mio master in Ingegneria Agricola ma di fatto rimasi sempre sulla strada. Tutte le persone di CYBERRISE si sono incontrate sulla strada e hanno costruito lì il sound system: non puoi dire che i membri di questo collettivo abbiano origine nella stesso posto e nella stessa nazione. Da qualche parte, in qualche momento, da nessuna parte in particolare. Questa è la nostra è una rivendicazione di libertà.

Sì, per i primi anni abbiamo avuto uno studio in Italia. Era sulle montagne, a circa mille metri di altitudine sugli Appennini, fra Bologna e Firenze. Era una buona location e così abbiamo costruito e montato altri altoparlanti. Poi, poco alla volta, abbiamo comprato un camion più grande e costruito più altoparlanti. Era la casa-base dove fermarci ogni tanto mentre attraversavamo l’Europa.

 

Che ne pensi della musica che si sente nei free party, nei teknivale dal modo in cui viene diffusa?

Allora, lo stile più distintivo che puoi trovare ai teknival ed ai free è lo stile che chiamo freetekno. È una variazione uptempo sulla techno che si è evoluta indipendetemente dalla scena dei club. Evolve, quando viaggia sulla strada. Puoi immaginarla come una combinazione di cassa in 4/4, jungle e broken beat. Ha più strati diciamo. Non solo la monotonia della base 4/4, ma si notano anche i ritmi spezzati e il secondo passo è sempre enfatizzato. Personalmente, la freetekno mi fa sentire come se stessi cavalcando su di un cavallo nella savana o nella giungla. È techno molto energica e tribale. Mi ricorda il tambureggiare delle cerimonie sciamaniche, come le conosciamo dagli indiani della amazzoni e dai rituali ayahuascici. Ad esempio, penso che sia come il rituale dell’Ayahuasca.
E ora abbiamo bpm a 180, 190, 200 tamburi ritmici “DoohooDoooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!”
C’è un tamburo ripetitivo che crea l’elevazione emotiva necessaria per questi rituali. E penso che la velocità e lo stile della freetekno, i suoi suoni, mi fanno pensare proprio a quello. Abbiamo senza dubbio sperimentato l’effetto ipnotico collettivo attraverso l’immaginazione, attraverso questa mescolanza di ritmi e emozioni, lo stato estatico sulla pista da ballo, un luogo dove le persone si riuniscono per ballare. Non ho dubbi che ci sia sicuramente una connessione fra gli antichi tamburi cerimoniali e la freetekno…

Oggi però si uniscono alla freetekno tanti stili diversi in un teknival. Quest’anno ho trovato break beat, electro, hardcore, tanti tanti generi diversi. Una cosa certa è che quello che si sente nei free party è disconnesso dai club. Di sicuro qualche pezzo è stato suonato anche nelle piste da ballo delle discoteche, non può essere negato. Ma l’insieme dei suoni che nascono dagli artisti durante la loro performance, la musica che viene da quell’atmosfera di libertà, avrà sempre un tocco diverso dai suoni proposti dalle persone che questa esperienza non l’hanno vissuta.

Il modo di promuovere i pezzi nuovi e gli orizzonti di questi artisti sono molto vasti, lo capisci. Il mezzo principale rimane il vinile, soprattutto nei ’90. Per esempio quelli di Spiral Tribe hanno realizzato uno studio su ruote con strumenti di stampa (per i vinili). Registrano un liveset, premono un bottone e stampano al momento. Poi lo distribuiscono in festa. Nell’era pre-internet dovevi essere alla festa, queste release sono ormai rare e difficilissime da trovare

È meraviglioso, capisci? Penso che sia fantastico avere una release che può essere ottenuta solo in nei free e nelle TAZ, può essere trovata spostandosi e non può essere trovata da nessun’altra parte. Penso che sarà per sempre importante per la persona che l’ha ottenuta. Ma sfortunatamente, questo tipo di dinamiche si perde con internet e con tecnologie come l’e-commerce che ti permettono di ottenere qualsiasi cosa sempre e ovunque. Certamente, internet ha permesso di fare un passo avanti nella musica, nel senso che ha reso possibile la diffusione nelle parti più remote del mondo. Ma d’altra parte, ha introdotto dei monopoli e la globalizzazione e penso che l’utilizzo a fini commerciali di internet sia più prominente rispetto alla diffusione libera.

Ancora oggi, nel 2016, per molti DJ, diciamo in generale per quello che si sente nei teknival, c’è ancora una forte cultura del live set. Per altro niente mp3, una grande vittoria nel campo della qualità sonora. Spesso mi imbatto in sound system fantastici a TAZ e free party. Dopotutto, tutti sono appassionati del proprio sound. Progettalo, costruiscilo, fai un muro con gli altri. Collega, dividi, costruisci e migliora enormi linee di delay per far suonare all’unisono tutto il muro. Non solo c’è una grande arte nel montare i suound system che mi stupisce ogni volta e porta risultati sorprendenti sul terreno dove si balla. Linee di basso enormi e dense. Ci sono buoni lavori in vari posti su vasta scala. Ottimi lavori dai ragazzi cechi, dai francesi, dagli italiani e dai britannici. Il suono è buono e tutti stanno bene!!! Big up!

Eppure tutto ciò sembra davvero pericoloso. Un suono che può essere ascoltato solo ad un free party (senza neanche pagare l’ingresso) e che non puoi sentire in nessun club. È pericoloso. È un gran lavoro per la nostra evoluzione sulle  frequenze e sui ritmica.

 

動きが自由をつくり出す

Interview with YAYA23

DJ、レーベルオーガナイザーのYAYA23。旅をしながら音を追求する、
そのライフスタイルが切り開くもの。

ノーオーガナイズ、ノーマネーシステム、ノーコマーシャリズムを掲げる自由参加型のレイブ、「テクニバル」。その非商業的な文化の可能性を追いかけ、ベルリンにまで移住してしまったdestr∞y。彼についての記事を書いたのは、MASSAGE 9の記事でのことだから、もう数年前のことになる。311以降の日本は随分と変わってしまって、エクストリームな遊びを追求することも今の気分ではなくなってしまった。そうこうしているうちにここの文化は、コマーシャリズムに覆われ、なんだか平板なものになってしまった気がする。

そんなふうに停滞している間にも、外の世界ではあたりまえに、毎日新しいものが生まれ、そして進化していく。そういうものに共鳴するなら、飛び込んで行って、その創造の現場の一員になってしまえばいい。守るものが多い生活をしていたらなかなか簡単なことではないけれど、そうした冒険からしか次の世界は切り開かれない。そんな世界に行きっぱなしでなかなか帰ってこないdestr∞yが、どういう人たちと、どんな生活をしているかに興味があった。

その日常については以前に触れたので、今回は彼が出会った人物に焦点を当てたいと思う。そんな彼が選んだ人物は、ベルリン近郊最大規模のサウンドシステム・コレクティブ “CYBERRISE” のオーガナイザー、YAYA23だった。これはdestr∞yがYAYA23に話を聞いたインタビューである。西ヨーロッパを旅しながらテクニバルのオーガナイズに携わり続けてきたその彼の、旅と音楽の共通点、そしてそのライフスタイルが切り開いたものとは。

※テクニバルについての解説記事はこちら

 

どのように音楽をプレイし始めて、どのようにサウンドシステムを始めたんですか?

90年代はじめ、スケートパンクから、ジャングルや、トリップホップ、ビッグビートなどのいろいろなサブカルチャーに興味があって、既にその頃から西ドイツのクラブでレジデントDJとして、インディーロックや、パンクのパーティなんかでプレイしていたんだ。そして初期トリップホップや、初期のジャングルと、ドラムンベースなんかも入ってき始めて、その頃やっていたレジデントパーティー “refoundation night” でエレクトリックビーツを、DJセットに入れたりしていた。その辺が自分にとって演奏者としてのエレクトリックミュージックとの最初の繋がりだったと思う。

その頃はまだCDや、ミニディスクとかで、プレイしていた。で、95年頃からレコードを買い始めて、その頃はビッグビート、トリップホップ、ドラムンベース、ジャングル、その辺の音はちょっと変わった音だった。それでブロークンビーツや、速めの音なんかをダンスフロアーでかけてたんだ。ほかでよくやってるような初期アシッドハウスとかじゃなくて、ブロークンビーツのBPM 170くらいの音とか、そういうのをかけてた。

で、その頃、既に小さなバンを持ってて、バンと共に動くっていうアイデアが好きだったんだ。どっかにバンを停めて、そのままそこで寝たりしてたんだよね。クラブの前に停めてたときとか、クラブから出て来たら、その目の前に家があるっていう。森に停めて、そこで音楽を聴いたり、すでにそういう風に生活をしていた。そして90年代後半、交換留学プログラムの奨学金が取れたので亜熱帯農業の勉強をしにイタリアのボローニャに行くことになって、ターンテーブルとレコードをバンに乗っけてイタリアへ。

そこで、はじめてほかにも自分みたいに、音楽をバンに乗っけて旅している連中に出会ったんだ。その頃、最終的にメチャクチャデカいウェアハウスパーティにたどり着いて、他にもBPM 160〜180の音が好きで、でっかいサウンドシステムをバンに積んで旅してる連中に会ったんだ。スピーカーをトラックに積んで、旅を続けながら、そんな感じで音と付き合っていくっていう、ヤバくない?それはメチャクチャダイナミックで面白かった!

その頃は、フリーパーティで、ドラムンベースとジャングルをミックスしたりしてて、でも4/4の低いベースがブロークンビーツの下で鳴ってるやつも好きだった。それはドラムンベースと、速いステップと、グルーブのあるやつの組み合わせだったり、または4/4キックの瞑想的で反復するモノトーンベースだったり、そういう音がオレの耳に素晴らしい結果をもたらしてくれた。それで、ジャングルや、テクノをミックスし始めるんだ、速いヤツ、フリーテクノに続いていくようなやつ。フリーテクノは、テクノの4/4キックのベースライン、それにエナジェティックで、ノレるグルーブが乗っかっている音。そういうのが本当に好きになった。この辺が90年代中盤にイタリアのウェアハウス パーティでレコードでDJし始めた頃の話。瞬間と音楽を乗っけて、移動し続けて、それを旅の中で自由へと昇華していく。これはテクノムーブメントとは違うカタチだったんだ。

それで、サウンドシステムと旅をミックスし始めた頃は、どんなことを考え、どんなことをしていたの?

音楽をプレイするっていうのは人間が持っている衝動の一つだと思う、少なくともオレの場合は衝動という形だった。なんていうか自分にとっては、音楽をプレイしたいっていう感覚は、自由への衝動のようなものだったんだ。自分は、とても強固な自由という感覚に対するフォーム、つまり精神的自由を、音楽を通じて経験しているって思っていた。それは自分が直面している日々の生活や、自分が生まれたこの社会の中の境界を飛び超える何かへ駆りたたせたり、想像させてくれたりするものだと思う。だから音楽は、いつでも精神的な旅の一つのカタチだったし、自由ということ自体に対するとても強度の高い表現だと思うんだ。それは精神の乗り物とも言える。

同じ類いの自由への衝動の表現は、実際に動き続けることにも見つけることができると思う。ただ毎日、A地点から、B地点へと移動するんじゃなく、そういうものに囚われず動き続けること。それは社会から与えられたパターン、例えばフェンス付きの家だったり、Aから、Bへと、ただひたすらと走り回ることだったり、そういうことではなく。この障壁を飛び超えるために、常に枠にはハマらないで、色々な動き方で、動き続ける瞬間を続けていくこと。そうすることで自由がハッキリし始める。

いつでも、自分のハートが連れていってくれるところへと動き続ける。そういう自由への衝動。精神的自由は音楽を通して勝ち取ることが出来る。音楽を通過したリズムのある自己表現なんだよ。それに日々の物理的移動を通した自由。例えば、違う場所に行って、違う場所で寝て、自分が居たいと思うだけいてみて、自分で合わないなと感じてきたら、自分の行きたいところへとらわれずに何処へでも行くことが出来る。そういう音楽から得られる精神的自由と、物理的移動の自由の組み合わせは、古代から人間が持つ重要な衝動だと思う。実際の物理的移動が音楽を通過して、音楽と一緒に移動していく、それはどんなものにも縛られない想像力と楽しみの組み合わせだと思う。そこから創られるアウトプットは計り知れない。とても自然でユートピア的、かつ同時にとてもリアルなことだと思う。

この二つの自由へ衝動を組み合せるのは素晴らしいと思う。この地球のビートに乗って地球を周っている間に、それはオレたちを音楽にノセていく。なんていうか、音の瞬間にいる間に自然に勝ちとられる組み合わせなんだと思う。

そう、これが90年代。同じような衝動を持って、トラックで音楽と共に旅する連中に出会った。その間一度ドイツに戻って、サクッと農業工学のマスターを取って、それからは自分も基本的に路上に居続けたんだよね。CYBERRISEに関わる全ての人は、みんな道の上で出会った。で、スピーカーを作り始めたんだ。CYBERRISEサウンドシステムは、一つの場所や、一つの国から始まってるとはいうことが出来ない。全てのスタイルや、やり方、そしてその構造は、全て道の中での出会いで生まれた、そしてそこにはサウンドシステムのクルーもいたんだ。どんな時、どんな場所でも、そして特にどこかでもない。路上の動きを通過した自由の為の主張なんだ。

それで最初の数年間、オレらはイタリアのボローニャと、フィレンツェの間の標高1000mのアペニン山脈の、すごいいいロケーションにスタジオを持ってて、そこでさらにスピーカーを作って、サウンドシステムをやり始めたんだ。そのあと大きいトラックを手に入れたり、ゆっくり準備しつつ、もっとスピーカーを作っていったんだよね。そこはヨーロッパを旅している間の家兼基地というか、中間地点だった。

フリーパーティ、テクニバルから生まれて来た音楽や、そのリリースのスタイルについてどう思いますか?

そうだね、テクニバルやフリーパーティで見つけられる最も個性的な音楽のスタイル、そのスタイルをフリーテクノって呼びたいって思う。それはクラブシーンから独自に進化したアップテンポなテクノのバリエーションの一つで、旅や、道の経験の中で進化し、実際の動きを通過してきたもの。ブロークンビーツや、ジャングルと、4/4キックベースを組み合わせたもの、もっとレイヤーがあるものとも言える。4/4キックベースの単調さだけでなく、ブロークンビーツが乗っかって、常に二つ目のステップが強調されている。個人的には、フリーテクノは馬に乗ってサバンナか、ジャングルをかけているような気分にさせてくれる。とてもエナジェティックでノレるトライバルなテクノなんだ。それは、今オレらにとっては、アマゾンのインディアン達がやっていたこととして知られている、シャーマン達の儀式的なドラムの様な感覚をオレ達に思い出させてくれる。

例えば、アヤワスカの儀式に見られるような感覚なんだと思う。そして今オレ達にはBPM 180、190、200のリズミックドラム「ドゥフッ ドゥフッ ドゥフッ ドゥフッ」がある。これらの儀式に必要な精神的高揚感を作り出す反復されるドラムがあるんだ。そしてフリーテクノの速さや、そのスタイル、そしてフリーテクノで使われるサウンドには、シャーマン達の儀式みたいな感覚がたくさん残っていると思う。本当にそんなふうに思うんだよね。オレたちは、集合的催眠効果を、想像力を通過して、精神的リズム表現を通って、ダンスフロアーという人々が踊るために集まった場所で、恍惚状態で体験している。そこには確実に太古の儀式のドラムとの繋がりが、フリーテクノにはあると思う。

でも今日では、いろいろな違うスタイルもプレイされている。テクニバルで改良されたさまざまなスタイル、ブレイクビーツや、エレクトロ、ハードコア、どんなスタイルでもプレイされる。そして勿論、そのスタイルは基本的に普通のクラブシーンの流れや発展とは、つながらないことが多い。もちろんいくつかのチューンは、クラブのメインフロアーでもプレイされて来たし、それは否定出来ない。

でもプロデューサーやアーティスト、彼ら自身がライブセットを創り上げプレイしているし、その自由なバックグラウンドから音楽を作っている。彼らはいつも普通とは違う感覚の最終的リリースを持っていて、その後、その類いの自由の経験を持たない人々からリリースされる。そしてリリースは、とても多様で幅が広いし、アーティストはもっと広い視野を持っている。リリース自体からもそれを感じることが出来るし、リリースされたものからその感覚を追体験するようなことが可能だと思うんだ。そして幸運で嬉しいことに、いろんな種類があって、おもしろいものもある。自由の影響が詰め込まれた音楽が世にリリースされているんだ。

そして、メインの伝達方法はレコードだってこと。特に90年代はレコードだった。例えばSpiral Tribeは、移動型スタジオを移動型レコードプレススタジオとして使っていて、ライブセットを録音したあと、その場でレコードをプレスして、リリースするようなことをしていた。それは非常にユニークな限定のプレスで、そう簡単には手に入らない。勿論それをゲットする為にはパーティにたどり着いてないと話にならなかったし、もしそこにいなかったらほかのどこでも見つけることは出来なかった。これは言ってしまえば、インターネットが普及する前のすごくいい時代の話。

素晴らしいでしょ、わかるかな?フリーゾーン、フリーエリア、T.A.Zの中のみで見つけることが出来る、動くことで見つけることが出来る、それ以外では全く見つけることが出来ないリリースなんて、素晴らしいと思うんだよね。それはそれを見つけた人にとって、永遠に大切なものになると思う。でも残念なことに、この手のダイナミクスはインターネットや、eコマースなんかの、いつでもどこでも、どんなものにでもアクセスすることが出来るテクノロジーによって失われてきている。確かに、そのおかげで音楽を世界中の離れたところまで届けれるようになったという意味で、音楽を一歩前進させるといういい部分もある。でも一方で音楽に独占主義を持ち込んだし、インターネットを使った国際貿易の部分がもっと目立っていると思う。オレたちからしてみると、いわゆるeコマースがここ十数年で乗っ取った影響が運んできたものって好きじゃないんだよね。

でも、今日、2016年、基本的にテクニバル、フリーパーティでプレイされる音楽には、ライブセットの大きな影響がある。根強いライブセットのカルチャーがあるし、それを抜きにしても、幸運なかつ嬉しいことに、2016年もいまだにほとんどのDJは主にレコードをプレイしている。MP3をプレイするのは避けよう。まぁこれはオレの意見だけど。だからデカい勝利を少なくとも音自体に関しては。

フリーパーティや、テクニバルでは、凄い音によく出くわすんだ。なんでかっていうと、みんな自分のサウンドシステムに情熱を捧げている。それ組み上げ、計算し、ほかのサウンドシステムと組み合わせ、つないだり、分裂させたり、すべての種類のスピーカーシステムを組み込むために、巨大なディレイラインを作り上げ、改良する。しかもそれで全部じゃない。それは大きなサウンドシステムのアートだと思う。何度も驚かされる、その音の再現性は、ダンスフロアーにスゴい結果をもたらしている。

でっかく太いベースライン。幅広いスケールで、いろんな場所からのいい仕事がある。チェコの連中からのや、フランス人や、イタリア人、イギリス人達のいい仕事。素晴らしい音の再現性、みんな、よくやってる!!本当にヤバいよ。どこのクラブでも聴けない、フリーエントランスベースの、フリーパーティでしか聴けない音。ヤバイよね。フリークエンシーとリズムに関するオレたちの進化のための、めちゃくちゃいい仕事だよ。

Posted in Interviste, Memorie

Identità Raver – Intervista a Mat.D

Posted on 2020/08/26 - 2020/09/18 by lasagnatek

Siamo entrati in contatto con Matteo, un raver che frequenta le feste da ben sedici anni.
Lo ringraziamo di cuore per averci concesso quest’intervista dove parliamo del movimento e della sua esperienza.

L’intervista

Chi sei? Come ti descriveresti?
Sono Matteo e non so come descrivermi, so solo che sono un RAVER.

Quale e` stato il tuo primo contatto con una TAZ o un free? Ce lo descrivi?
Cominciai a partecipare a feste illegali nel 2005 nei dintorni di casa in Basilicata poi negli anni 2006/7 partecipai al Salentotek , ma il mio battesimo del fuoco avvene senza ombra di dubbio nel 2008 in quel di Guastalla alla festa Trakkass & Metro, ultima festa mai organizzata dai cari marsigliesi di casa TRAKKASS… Bhe non è semplice descrivere una festa come quella;  ciò che posso dire è che avevo 16anni e arrivai lì con il mio amico coetaneo. Quando cominciarono le danze per me fu come il mondo dei balocchi: in quel momento la mia convinzione divenne indissolubile e lì giurai di essere un Raver per tutta la vita.

Cosa ti aspettavi di trovare?
Ero certo che sarebbe stata un’esperienza indimenticabile e così fu; le mie aspettative furono come minimo raddoppiate.

Quale è  stata la tua prima sensazione appena arrivato alla festa?
Inizialmente ero spaesato e un po’ timoroso dato che nel movimento di un tempo dove l’età media era molto più alta. Due ragazzetti neanche maggiorenni non erano visti proprio bene ma dopo poco mi sentii disteso e rilassato…

Prima di allora, avevi già ballato in qualche altro locale? Che tipo di serate ti piacevano?
Come molti mi sono affacciato all’ Underground passando dall’hip hop , ma non disdegnavo ogni situazione in cui c’era musica. Ad esempio sono stato anche ad eventi techno e/o musica elettronica.

Dopo di allora, a quanti free e TAZ hai partecipato approssimativamente?
Sicuramente andiamo sulle 3 cifre tra serate e feste del sabato sera, che sono feste alle quali non faccio foto, mentre di quelle importanti esattamente 51 e per ogni festa ho il rispettivo album fotografico corredato di flyer.

Cosa ti spinge a continuare ancora ad andare in festa?
Bhe, come dicevo prima fa parte di me è tutto ciò che ho è la mia unica passione ad oggi sono più che convinto che finché il fisico reggerà e avrò le forze per andarci continuerò ad oltranza .

Con quale parole descriveresti lo spirito del movimento?
Libertà, Fraternità ed Uguaglianza.

In festa, ti senti un partecipante o senti di dare un contributo anche te? In che modo?
Sono agganciato a tante tribe e molti dei miei amici diretti hanno costruito crew tanto importati da arrivare sul tetto d’Europa ma nonostante abbia avuto mille occasioni oltre che inviti ho sempre preferito essere fuori dai collettivi e vivermi le feste da partecipante. Ciò non toglie che sono parte attiva nel supporto alle crew a cui sono vicino, dalla spinta degli eventi e delle info oltre che cercare imperterrito di trasmettere e dare consigli alle nuove leve o almeno a chi me lo permette dato che ora i ragazzini vedono tutto come sfida e tante volte chiudono non danno la possibilità di metterli sulla giusta via.

Quale e` stata la festa piu` grande a cui sei stato? Ce la descriveresti brevemente?
Credo che bene o male di quelle grandi un 3/4 sono equivalenti, come scegliere una è complicato. Posso dire in breve che qualsiasi sia stata tutte dalla prima all’ ultima per me sono state tipo il paradiso .

Quale è una delle crew a cui sei più affezionato? Perché?
Sono molto affezionato ai Revolt99 , perché alle loro feste oltre alle atmosfere giuste ho trovato sempre la musica giusta e più consona al luogo, al periodo e al contesto ..

In 16 anni hai notato dei cambiamenti all’interno del movimento?
È cambiato tutto, solo poche tribe storiche cercano di ricreare quelle atmosfere perdute nel tempo. Per quanto riguarda il pubblico l’età media si è abbassata tantissimo: quando prima si trovavano persone dai 30 in su ora si trovano ragazzini ventenni a volte addirittura minorenni.
A mio avviso anche la scelta delle location ha perso colpi visto che molte volte azzardano a montare in luoghi troppo rischiosi mettendo a rischia la riuscita della festa e la sicurezza dei partecipanti. La frequenza con cui avvengono le feste è rimasta più o meno la stessa; le date principali sono le solite, diciamo quelle in cui non si lavora come le festività importanti.

Hai assistito alla diffusione di social media (facebook, instagram, whatsapp, telegram, etc…). Ci vuoi dire che effetto hanno avuto sul movimento?
Sicuramente la tecnologia ha avuto un ruolo importante e ha fatto bene e male allo stesso tempo . Se si parla di facebook che attrae ragazzini incosciente e modaioli, è stato un disastro sia per le info gettate a caso e conseguentemente feste sgomberate, sia per la miriade di storie e foto fatte tanto per farsi vedere. Attenzione, io non sono contrario alle foto e a tutto quello che serve a documentare quello che a tutti gli effetti è un movimento di controcultura tra i più importanti del pianeta. Io sono il primo patito della fotografia, infatti come dicevo ho tutti i flyer delle rispettive feste seguiti da un album di foto e con essi ho avuto modo di entrare in contatto con tante crew europee che chiedevano il materiale per farsi i loro documentari o album dei ricordi: c’è il modo corretto e quello sbagliato di fare le cose. Dovremmo essere noi a dare le informazioni giuste ai ragazzi facendo capire loro come crearsi i loro ricordi senza sputtanare tutto.
Detto questo, credo che telegram abbia dato una bella mano alla coesione dato che grazie ai suoi gruppi siamo tutti collegati tra noi in Italia e Europa e le informazioni di ogni genere viaggiano istantaneamente e raggiungono tutti i membri… In conclusione nel bene e nel male l’avvento di internet ha segnato un altro cambiamento importante nel movimento.

Sei mai stato ad un free all’estero? In quali nazioni?
Per ragioni prettamente economiche e legate a impegni personali ho potuto andare fuori nazione
solo una volta, più precisamente in Francia al Fuel Failure, la conclusione della mia carriera passerà per qualche anno in cui andrò solo a feste nel Est Europa…

Puoi parlarci di qualche forte differenza che hai notato con le feste in Italia?
All’epoca nessuna. In quegli anni l’Italia era forte e le tribe importanti fuori dalla nazione non ci evitavano.
Diciamo che in quegli anni le sensazioni e le mentalità erano equiparate in tutta Europa.

Fai uso di droghe? Ne usi in festa?
Sarei falso e ipocrita se dicessi di no.

Cosa pensi di che fa uso di sostanze in festa?
Bhe non posso biasimare nessuno dato che sono il primo, l’importante è che non sia la ragione per cui si va alle feste dato che le droghe devono essere un mezzo e non il fine.

Pensi che sia la criminalita` organizzata a gestire lo spaccio in festa?
Dipende dal genere di sostanze, ma in ogni caso non direttamente: certo è che non sono all’interno dei party. Ad esempio se mi parli di cocaina è quasi certo che sia passata per i canali ‘ndrangtisti o camorristi ma certo i free party non rientrano dei loro interessi. Magari chi muove queste cose alle feste si sarà rifornito da un certo tipo di organizzazioni ma non sono i collettivi ad incaricare qualcuno di andare a vendere nel party. anche perché se fosse così vorrebbero il monopolio un po’ come per le piazze di spaccio e le varie zone in cui opera la criminalità organizzata.

Raccontaci una bella scena che hai vissuto in festa che riguarda nello specifico le droghe
Il ricordo più bello è quando vinceva la condivisione sul business. C’era un tempo in cui quando partiva la traccia Infraktion AntiKeta degli Infrabass sotto cassa uscivano le padelle e tutti si offrivano a vicenda; il fatto incredibile è che la traccia nacque per andar contro all’ uso di K ma ne divenne paradossalmente l’inno.

Interessante, dici che:  “Il ricordo più bello è quando vinceva la condivisione sul business”. Puoi raccontarci di più?

Una frase che risuonava sempre sui flyer di un tempo era “porta quello che vorresti trovare”, come a dire vieni preparato così non si fa mercato. Il profitto non rientra nelle linee guida del movimento anzi non dovrebbe proporio esistere quella situazione stile mercato del pesce che ultimamente è esplosa quasi come se le feste fossere un luogo dove andare a far soldi. Prima questo non avveniva, al bisogno del singolo prevaleva il senso di collettività e ci si aiutava anche al punto da dividersi le cose. In fin dei conti se sono tutti contenti la festa esce meglio per tutti quindi si condivideva tanto. Ora tutto questo è quasi estinto e solo pochi si comportano ancora come si faceva un tempo .

Io sicuramente rientro tra quelli, sono contrario a tutte le forme di business, ma sono un granello di sabbia nel deserto.

Ci sono dei consigli che daresti a chi va alle feste per la prima volta?
Per prima cosa di non morire in festa e per seconda di mettere da parte le sindromi del cazzetto che portano a voler sempre prevalere a mettersi in competizione e di ascoltare anche in minima parte i consigli di quelli più grandi .
Io fortunatamente ho sempre aperto le orecchie ascoltando così facendo mi sono formato sugli ideali e sulla mentalità che ha creato questo mondo.

Ci sono dei consigli che daresti a chi invece va da tanto alle feste come te?
Bhe a noi dico di non arrenderci e di non smettere nel compito di tramandare le basi fondamentali del movimento alle nuove levee.

Ci sono delle foto a cui sei affezionato e che vuoi condividere con noi?

Sì, queste sono quelle della festa dei Trakkass di cui ho parlato all’inizio

e queste quelle del gigantesco Fuel Failure.

  

Da questa intervista è innegabile che hai molta esperienza. Ti definisci un raver ed hai il tuo posto all’interno del movimento. Quanta influenza ha quest’identità di cui ci hai parlato nella vita di tutti i giorni? Quando non la nascondi alle altre persone, come vieni giudicato?

Sicuramente vivo la mia vita seguendo le linee guida che ho imparato negli anni, andando alle feste rispetto il prossimo cercando di non invadere gli spazi altrui. Scrivo le mie regole cercando di pormi con fraternità verso tutti . Una cosa è certa sono raver sempre e non mi nascondo mai, non indosso una maschera. Sicuramente nella società ci sono degli stereotipi che la fanno da padrona però noto con piacere che tanta gente è disposta ad ascoltarmi perché realmente incuriosita e vogliono capire. In casi così nascono dei discorsi fantastici che inevitabilmente portano chi ascolta a darmi ragione soprattutto dopo aver smascherato le macchinazioni dell’informazione mediatica che tende a demonizzarci seguendo le indicazioni di uno stato a cui ribolle il fegato del fatto di non poter lucrare sul nostro tempo libero. Tutti vogliono la libertà quindi appena riesci a far capire alla gente che cerchiamo quello e non lo sballo magicamente ti ascoltano e guardano con occhio diverso… Io nel mio piccolo cerco di fare il possibile per sensibilizzare i nuovi e chi non ne fa parte a volte riesce, altre no, ma non è questo il punto. Si può dire che ho avuto tanto da questo mondo e ora mi sento di dover restituire qualcosa quindi mi attivo realmente su tutti i fronti. Più in là posso arrivare più in là arriverò, se è visto bene o meno non lo so.

Tirando le somme, non mi importa del pensiero altrui ed è poco ma sicuro che trovo un riscontro positivo per quello che faccio tra persone che furono, sono e saranno figure fondamentali del movimento, quindi sono soddisfatto così.
Mat.D
Posted in Interviste

Station of Destiny 2020

Posted on 2020/08/24 - 2020/08/24 by lasagnatek

Station of Destiny was one of the biggest gatherings of this summer. The following is a transcript of the conversation we had with JP, one of the attendee. We want to thank JP for the time he spent helping us provide a memory for this free party. We also want to thank Killer X for the photo he shared with the community.

 

Transcript

Ahhh italian people are funny.

So I am from Vienna and I have been to the Station of Destiny four weeks. I also went last year and it was open to all sound systems. I asked my boss permission to leave the office two hours earlier so that I can drive in the direction of Czech Republic. I was hoping to get the info during the time of driving.

I waited for a little bit at a friend’s house, fifty kilometers from Vienna. We were still waiting for the info and at a certain point we lost hope and started partying by ourselves. Thirty minutes after I did a line of K I got an sms with the GPS for the free party.
We waited a little bit and we listened to some good livesets. The good music convinced my friend to come with me. I took a line of speed and begun my roadtrip to CZ.
After an hour and half of nonstop driving we changed and she drove until the border. We changed again seats again because my friend was tired and I drove for the last hour and half to the spot. When we arrived I was tired as fuck. We meet the police that actually told us in German that I was taking the wrong turn and I should have driven back a little bit and then turn right. I parked very near the first stage but that was a bad idea. It was almost 2 o’clock in the morning.


The music was insane and the stages were enormous. I spent most of the time with some Belgium people and met some of the soundsystems. The guys were very nice to me. There were over seven thousands people The police stopped some people driving there and took some licenses. They were nice to me, they had me take an alcohol test and I always look sober.

The party wasn’t legal, meaning that they didn’t rent the field that was used to lay the walls. The police raided two of the location that were initially chose for the party. The sound system first sent some fake GPS coordinates and then mounted the walls on the field were the free party happened. After that they sent the right location to all the people.

I started going to free parties when I was sixteen years old. Since then I always attend a free party when possible and since I got my driving license I don’t mind to drive for hours and spend a hundred bucks on gas. In Austria the situation is more oppressive. If the police finds you at a TAZ you can be sure that they are going to seize your driving license and pay some fees.

CZ is party freedom. That’s why I spend so much time and money to drive there. For the nice time, to have fun and being myself. You should know since you go too.

Posted in Esperienze, Interviste

[ Dance before the police come ]

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