Siamo entrati in contatto con Matteo, un raver che frequenta le feste da ben sedici anni.
Lo ringraziamo di cuore per averci concesso quest’intervista dove parliamo del movimento e della sua esperienza.
L’intervista
Chi sei? Come ti descriveresti?
Sono Matteo e non so come descrivermi, so solo che sono un RAVER.
Quale e` stato il tuo primo contatto con una TAZ o un free? Ce lo descrivi?
Cominciai a partecipare a feste illegali nel 2005 nei dintorni di casa in Basilicata poi negli anni 2006/7 partecipai al Salentotek , ma il mio battesimo del fuoco avvene senza ombra di dubbio nel 2008 in quel di Guastalla alla festa Trakkass & Metro, ultima festa mai organizzata dai cari marsigliesi di casa TRAKKASS… Bhe non è semplice descrivere una festa come quella; ciò che posso dire è che avevo 16anni e arrivai lì con il mio amico coetaneo. Quando cominciarono le danze per me fu come il mondo dei balocchi: in quel momento la mia convinzione divenne indissolubile e lì giurai di essere un Raver per tutta la vita.
Cosa ti aspettavi di trovare?
Ero certo che sarebbe stata un’esperienza indimenticabile e così fu; le mie aspettative furono come minimo raddoppiate.
Quale è stata la tua prima sensazione appena arrivato alla festa?
Inizialmente ero spaesato e un po’ timoroso dato che nel movimento di un tempo dove l’età media era molto più alta. Due ragazzetti neanche maggiorenni non erano visti proprio bene ma dopo poco mi sentii disteso e rilassato…
Prima di allora, avevi già ballato in qualche altro locale? Che tipo di serate ti piacevano?
Come molti mi sono affacciato all’ Underground passando dall’hip hop , ma non disdegnavo ogni situazione in cui c’era musica. Ad esempio sono stato anche ad eventi techno e/o musica elettronica.
Dopo di allora, a quanti free e TAZ hai partecipato approssimativamente?
Sicuramente andiamo sulle 3 cifre tra serate e feste del sabato sera, che sono feste alle quali non faccio foto, mentre di quelle importanti esattamente 51 e per ogni festa ho il rispettivo album fotografico corredato di flyer.
Cosa ti spinge a continuare ancora ad andare in festa?
Bhe, come dicevo prima fa parte di me è tutto ciò che ho è la mia unica passione ad oggi sono più che convinto che finché il fisico reggerà e avrò le forze per andarci continuerò ad oltranza .
Con quale parole descriveresti lo spirito del movimento?
Libertà, Fraternità ed Uguaglianza.
In festa, ti senti un partecipante o senti di dare un contributo anche te? In che modo?
Sono agganciato a tante tribe e molti dei miei amici diretti hanno costruito crew tanto importati da arrivare sul tetto d’Europa ma nonostante abbia avuto mille occasioni oltre che inviti ho sempre preferito essere fuori dai collettivi e vivermi le feste da partecipante. Ciò non toglie che sono parte attiva nel supporto alle crew a cui sono vicino, dalla spinta degli eventi e delle info oltre che cercare imperterrito di trasmettere e dare consigli alle nuove leve o almeno a chi me lo permette dato che ora i ragazzini vedono tutto come sfida e tante volte chiudono non danno la possibilità di metterli sulla giusta via.
Quale e` stata la festa piu` grande a cui sei stato? Ce la descriveresti brevemente?
Credo che bene o male di quelle grandi un 3/4 sono equivalenti, come scegliere una è complicato. Posso dire in breve che qualsiasi sia stata tutte dalla prima all’ ultima per me sono state tipo il paradiso .
Quale è una delle crew a cui sei più affezionato? Perché?
Sono molto affezionato ai Revolt99 , perché alle loro feste oltre alle atmosfere giuste ho trovato sempre la musica giusta e più consona al luogo, al periodo e al contesto ..
In 16 anni hai notato dei cambiamenti all’interno del movimento?
È cambiato tutto, solo poche tribe storiche cercano di ricreare quelle atmosfere perdute nel tempo. Per quanto riguarda il pubblico l’età media si è abbassata tantissimo: quando prima si trovavano persone dai 30 in su ora si trovano ragazzini ventenni a volte addirittura minorenni.
A mio avviso anche la scelta delle location ha perso colpi visto che molte volte azzardano a montare in luoghi troppo rischiosi mettendo a rischia la riuscita della festa e la sicurezza dei partecipanti. La frequenza con cui avvengono le feste è rimasta più o meno la stessa; le date principali sono le solite, diciamo quelle in cui non si lavora come le festività importanti.
Hai assistito alla diffusione di social media (facebook, instagram, whatsapp, telegram, etc…). Ci vuoi dire che effetto hanno avuto sul movimento?
Sicuramente la tecnologia ha avuto un ruolo importante e ha fatto bene e male allo stesso tempo . Se si parla di facebook che attrae ragazzini incosciente e modaioli, è stato un disastro sia per le info gettate a caso e conseguentemente feste sgomberate, sia per la miriade di storie e foto fatte tanto per farsi vedere. Attenzione, io non sono contrario alle foto e a tutto quello che serve a documentare quello che a tutti gli effetti è un movimento di controcultura tra i più importanti del pianeta. Io sono il primo patito della fotografia, infatti come dicevo ho tutti i flyer delle rispettive feste seguiti da un album di foto e con essi ho avuto modo di entrare in contatto con tante crew europee che chiedevano il materiale per farsi i loro documentari o album dei ricordi: c’è il modo corretto e quello sbagliato di fare le cose. Dovremmo essere noi a dare le informazioni giuste ai ragazzi facendo capire loro come crearsi i loro ricordi senza sputtanare tutto.
Detto questo, credo che telegram abbia dato una bella mano alla coesione dato che grazie ai suoi gruppi siamo tutti collegati tra noi in Italia e Europa e le informazioni di ogni genere viaggiano istantaneamente e raggiungono tutti i membri… In conclusione nel bene e nel male l’avvento di internet ha segnato un altro cambiamento importante nel movimento.
Sei mai stato ad un free all’estero? In quali nazioni?
Per ragioni prettamente economiche e legate a impegni personali ho potuto andare fuori nazione
solo una volta, più precisamente in Francia al Fuel Failure, la conclusione della mia carriera passerà per qualche anno in cui andrò solo a feste nel Est Europa…
Puoi parlarci di qualche forte differenza che hai notato con le feste in Italia?
All’epoca nessuna. In quegli anni l’Italia era forte e le tribe importanti fuori dalla nazione non ci evitavano.
Diciamo che in quegli anni le sensazioni e le mentalità erano equiparate in tutta Europa.
Fai uso di droghe? Ne usi in festa?
Sarei falso e ipocrita se dicessi di no.
Cosa pensi di che fa uso di sostanze in festa?
Bhe non posso biasimare nessuno dato che sono il primo, l’importante è che non sia la ragione per cui si va alle feste dato che le droghe devono essere un mezzo e non il fine.
Pensi che sia la criminalita` organizzata a gestire lo spaccio in festa?
Dipende dal genere di sostanze, ma in ogni caso non direttamente: certo è che non sono all’interno dei party. Ad esempio se mi parli di cocaina è quasi certo che sia passata per i canali ‘ndrangtisti o camorristi ma certo i free party non rientrano dei loro interessi. Magari chi muove queste cose alle feste si sarà rifornito da un certo tipo di organizzazioni ma non sono i collettivi ad incaricare qualcuno di andare a vendere nel party. anche perché se fosse così vorrebbero il monopolio un po’ come per le piazze di spaccio e le varie zone in cui opera la criminalità organizzata.
Raccontaci una bella scena che hai vissuto in festa che riguarda nello specifico le droghe
Il ricordo più bello è quando vinceva la condivisione sul business. C’era un tempo in cui quando partiva la traccia Infraktion AntiKeta degli Infrabass sotto cassa uscivano le padelle e tutti si offrivano a vicenda; il fatto incredibile è che la traccia nacque per andar contro all’ uso di K ma ne divenne paradossalmente l’inno.
Interessante, dici che:
Ci sono dei consigli che daresti a chi va alle feste per la prima volta?
Per prima cosa di non morire in festa e per seconda di mettere da parte le sindromi del cazzetto che portano a voler sempre prevalere a mettersi in competizione e di ascoltare anche in minima parte i consigli di quelli più grandi .
Io fortunatamente ho sempre aperto le orecchie ascoltando così facendo mi sono formato sugli ideali e sulla mentalità che ha creato questo mondo.
Ci sono dei consigli che daresti a chi invece va da tanto alle feste come te?
Bhe a noi dico di non arrenderci e di non smettere nel compito di tramandare le basi fondamentali del movimento alle nuove levee.
Ci sono delle foto a cui sei affezionato e che vuoi condividere con noi?
Sì, queste sono quelle della festa dei Trakkass di cui ho parlato all’inizio
e queste quelle del gigantesco Fuel Failure.
Da questa intervista è innegabile che hai molta esperienza. Ti definisci un raver ed hai il tuo posto all’interno del movimento. Quanta influenza ha quest’identità di cui ci hai parlato nella vita di tutti i giorni? Quando non la nascondi alle altre persone, come vieni giudicato?
Sicuramente vivo la mia vita seguendo le linee guida che ho imparato negli anni, andando alle feste rispetto il prossimo cercando di non invadere gli spazi altrui. Scrivo le mie regole cercando di pormi con fraternità verso tutti . Una cosa è certa sono raver sempre e non mi nascondo mai, non indosso una maschera. Sicuramente nella società ci sono degli stereotipi che la fanno da padrona però noto con piacere che tanta gente è disposta ad ascoltarmi perché realmente incuriosita e vogliono capire. In casi così nascono dei discorsi fantastici che inevitabilmente portano chi ascolta a darmi ragione soprattutto dopo aver smascherato le macchinazioni dell’informazione mediatica che tende a demonizzarci seguendo le indicazioni di uno stato a cui ribolle il fegato del fatto di non poter lucrare sul nostro tempo libero. Tutti vogliono la libertà quindi appena riesci a far capire alla gente che cerchiamo quello e non lo sballo magicamente ti ascoltano e guardano con occhio diverso… Io nel mio piccolo cerco di fare il possibile per sensibilizzare i nuovi e chi non ne fa parte a volte riesce, altre no, ma non è questo il punto. Si può dire che ho avuto tanto da questo mondo e ora mi sento di dover restituire qualcosa quindi mi attivo realmente su tutti i fronti. Più in là posso arrivare più in là arriverò, se è visto bene o meno non lo so.