A Parigi durante la settimana per me c’erano solo le biblioteche. Il datore mi permetteva di lavorare da casa ma il buco che potevo
permettermi col mio stipendio non era certo il posto più adatto per svolgere le mie mansioni d’ufficio quindi mi rifugiavo sempre in una delle biblioteche
pubbliche. La biblioteca “Naguib Mahfouz” vicino al parco di Belleville, la mediateca “L’Echo”, il centro Pompidou. Molti universitari mi consigliavano di andare alla BNF ma ne rimasi fortemente deluso. Ampi spazi ma poco funzionali, un giardino bellissimo ma inaccessibile e soprattutto un pass a pagamento per alcune aule.
Son stato alla BNF una sola volta eppure è la zona di Parigi che conosco meglio: la fermata Francois Mitterrand.
Era il mio primo sabato a Parigi quando ho scoperto dell’esistenza del Ponte. Quella situazione è nata poco prima che io arrivassi e si è spenta (o evoluta) poco prima che me ne andassi.
Avevo passato tutta la settimana a compilare carte, avevo trovato una stanza in un appartamento, bici, abbonamenti, tesserino, insomma, tutto pronto per il primo lunedì di lavoro. Il fatto che non avessi pensieri per tutto il weekend significava che potevo dedicarmi alla ricerca di qualche posto da scoprire e quindi ho iniziato ad interrogare tutti i miei contatti.
Degli amici mi girano un messaggio:
Pour ce soir nous debutons a la tombe de la nuit a 23 h55
le bal poussiere paris 13
Tram avenue de France :20 boulevard du general jean Simon paris
13 puis devant la galerie d art le lavo matik prendre l escalier e droite dans le renfoncement puis descendre les
escaliers pleins de graff puis sous le pont du tram a droite metro BFM :18 rue Jean Antoine du baif paris 13 continuez
a marche tout droit puis nous sommes sous le pont du tram ou il y a pleins graff vers les travaux suis les
barrieres c est un endroit underground
Si tu trouve vraiment pas 075XXXXXXX
A ce soir
Non era ancora troppo tardi, per i miei ritmi avrei cenato più o meno a quell’ora. Senza neanche rifletterci troppo ho memorizzato i nomi delle vie che avrei dovuto percorrere e mi sono infilato nella prima metro. Non erano neanche le 8 di sera che mi trovavo alla BNF, mi sono fermato a fumare una sigaretta e scambiare due parole con tre ragazzi musulmani e ho percorso tutta la strada come mi sembrava di aver capito dal messaggio.
Il Ballo della Sabbia
Arrivai ad un cantiere edile. Elmetti antiinfortunistici, una ruspa, un martello pneumatico ma anche il primo generatore.
C’era una fossa enorme e solo qualche pezzo di legno per attraversarlo. Era così presto che l’unica cosa che si sentiva era il rumore del
tram che passava esattamente sopra di me.
Ero sotto il ponte e le prime compagnie di ragazzi si spostavano dalla periferia al centro per concedersi al sabato notte della città.
Io, sotto di loro, avevo abbracciato la mia notte parigina.
La TAZ quella volta durò poco. Non erano neanche le sei che ero già in metro. Però la TAZ al Ponte si ripeté per moltissimi sabati e ogni volta che qualcuno veniva a trovarmi o che rimanevo solo mi dirigevo lì.
La crew: TTR, Trance Ta Race.
Si sono alternate moltissime persone a suonare lì. Il muro di casse faceva schifo, non si contavano le volte che il suono si staccava di colpo per colpa di uno dei generatori. Niente a che vedere con i muri di casse di tutti gli altri collettivi francesi che ho conosciuto.
Ciò che mancava al sound system di TTR veniva compensato col coraggio del collettivo a spingersi così vicino al cuore della capitale.
Mi sento molto fortunato ad aver vissuto queste TAZ ed aver conosciuto TTR. Ad esser sincero nel mese prima dello sgombero forzato lo spirito aveva iniziato un po’ a perdersi. Avevano introdotto un contributo di 5 euro obbligatorio e c’erano stati dei litigi fra i membri del collettivo. Questo è inevitabile quando la TAZ diventa un evento ripetuto e prevedibile.
Tette e Polvere
Ho conosciuto un numero inimmaginabile di persone a tutte quelle TAZ.
La metà della gente che incontravo ai free in giro per la Francia era
passata dal Ponte. Non si è mai vista una scazzottata, una brutta parola, un gesto molesto. La pulizia del luogo non era granché, ma riconoscono che non fosse facile pulire un cantiere; comunque la gente era sempre rispettosa e le uniche cose con cui tutti stavano a giocare erano gli abiti dei manichini che ad un certo punto hanno iniziato a popolare il cantiere occupato.
È al Ponte che ho incontrato la donna dai capelli grigi che mi spinse a fare tutto questo:
Sai qual’è il mio più grande rimpianto quando torno a vivere queste
situazioni? Non essere riuscita ad insegnare nulla a quelli della tua generazione.
Fra tutte le notti al Ponte voglio raccontare quella che racchiude meglio lo spirito di una TAZ.
Quel giorno ero stato ad una delle manifestazioni per Steve Maya Caniço e dopocena, canna e caffè, mi ero diretto ancora una volta lì. All’inizio della serata avevo notato una coppia con un buonissimo vibe e quindi volevo scambiarci due parole. Lei ballava scalza, lui non si fermava un attimo. Erano molto divertiti e lo davano a vedere. Rodrigo e Roberta. Mi metto a ballare con loro e vedo che subito ci prendiamo in amicizia. Parliamo, balliamo, loro raccolgono una bottiglia abbandonata a terra e la condividiamo. Balliamo tanta psy alternata ad un po’ di techno. Ad un certo punto trovo una bustina di erba a terra, ad occhio un grammo e mezzo scarso e gliela offro.
Rodrigo provava a rollare ma era troppo ubriaco. Dopo essermi fatto un giro mi son procurato delle lunghe e abbiamo fumato fino al mattino, sempre continuando a ballare. Nel frattempo mi stavo proprio scatenando, ero preso benissimo, per l’ambiente, per la compagnia dei tipi, per la musica anche se la psy dopo un po’ mi stanca.
Ad un certo punto Roberta iniziò a limonare con un’altra. Iniziarono ad intrecciarsi e lentamente Roberta le tolse la maglia. L’altra ragazza non aveva reggiseno e senza esitare Roberta si tuffò sulle sue tette. Ad un certo punto si spostarono verso il lato del muro di casse e si buttarono per terra. Si sporcarono di fango e sabbia, le mani si perdevano confuse sui loro corpi.
Continuai a ballare con Rodrigo finché si regge in piedi. Per farlo riprendere da tutto l’alcool ce ne rimasimo tranquilli a parlare seduti su una ruota.
La TAZ è questo: condividere quello che hai e quello con trovi con chi presente, buttarsi a terra senza la paura di esser giudicati o importunati, ballare con le tette libere senza essere ripresa da un cellulare.
M.