Nel 2007 ero ancora un bambino e non ero certo venuto in contatto con il mondo che cerco di dipingere in questo blog. In questi piatti mesi estivi mi è tornata in mente la rassegna stampa di pinerolo::molesta che avevo letto quando avevo solo 15 o 16 anni, quando sognavo di far parte anch’io del popolo che balla.
Questo post è diviso in tre parti. Iniziamo riproponendo la rassegna stampa insieme a tutte le note sull teknival che comparivano originariamente su pinerolo::molesta. Nella seconda parte si trovano alcune memorie dell’esperienza raccolte da diverse mailing list. Il post si conclude con il reportage fotografico di Rav’est, un blog di alcuni raver del Grand Est della Francia.
Questo per noi è anche un lavoro di preservazione culturale. Molti degli articoli che compaiono non sono più disponibili in rete. Inoltre molte delle immagini compaiono in forma ridotta e non sono visualizzabili per intero. Qualora qualcuno dei nostri lettori fosse in possesso degli originali, vi chiediamo di scriverci per completare insieme questo sforzo.
Parte I | pinerolo::molesta
Da venerdì scorso Pinerolo (o meglio, Baudenasca) è attraversata dal Teknival (non disponibile) di Ferragosto. Al di là di ogni commento o giudizio, riportiamo un po’ di rassegna stampa sulla cosa, anche perchè vengono riportate alcune interessanti proposte bipartisan sul controllo degli eventi non atorizzati, con Merlo e Ghiglia che si trovano stranamente (sic!) d’accordo. Già nel 2005 il teknival estivo aveva fatto tappa qui, con interessanti polemiche estive. Questo un video dell’evento.
Queste le foto. (Non più disponibili)
Teknival 2007 – Baudenasca.
Corriere dela Sera – Musica: gia’ in 12mila per rave party Baudenasca(non disponibile)
TORINO – E’ cresciuto notevolmente il numero dei giovani giunti a Baudenasca per il gigantesco rave party improvvisato nell’area demaniale alla periferia del paese. Dai 4.000 di stamani si e’ passati a quasi il triplo nel pomeriggio. I partecipanti sono accampati in una zona priva di servizi igienici, ma il sindaco di Baudenasca ha deciso l’invio di alcune autobotti per distribuire acqua alle migliaia di persone accampate sotto il sole. La folla di ravers dovrebbe crescere ancora nei prossimi giorni, raggiungendo il culmine a Ferragosto. (Agr)
Repubblica – Pinerolo invasa dai giovani per il rave. Il mega party durerà fino a Ferragosto
TORINO – Pinerolo in poche ore si è ritrovato il 50 per cento di abitanti in più, grazie ad un rave party non autorizzato che andrà avanti fino a Ferragosto. Le campagne di Baudenasca, una frazione del comune torinese, sono state invase da migliaia di ragazzi, 12-13 mila secondo le forze dell’ordine, accorse per l’evento.
I giovani, arrivati da molte regioni italiane e da Francia e Inghilterra, si sono accampati in un’area demaniale un tempo usata per manovre militari. Ascoltano musica a volume altissimo e consumano alcolici. Dai 4.000 della scorsa notte il numero è triplicato oggi e potrebbe crescere ancora nei prossimi giorni. Il raduno, infatti, dovrebbe durare fino a al 15 agosto.
Il sindaco di Pinerolo ha deciso l’invio di alcune autobotti per rifornire d’acqua le migliaia di giovani, accampati sotto il sole e senza servizi igienici. Le forze dell’ordine controllano il rave a distanza. Finora sono stati arrestati due giovani francesi, un uomo di 23 anni e una donna di 25, sorpresi in auto con 50 cd contraffatti e un coltello.
Intanto, sul raduno intervengono alcuni esponenti della politica. Giorgio Merlo, deputato e presidente torinese della Margherita, invoca una legge che regolamenti manifestazioni come il party di Baudenasca. “Non è più tollerabile – afferma – che siano disciplinate solo con un regio decreto. E’ venuto il momento di affrontare a livello legislativo un problema che non può essere rubricato a semplice manifestazione musicale e di pacifica aggregazione, oltretutto non autorizzata”.
Più drastico Agostino Ghiglia, presidente provinciale di An, chiede un intervento del prefetto di Torino per “bloccare immediatamente un raduno non autorizzato dove si sa benissimo ciò che accade e di fronte al quale non si può fare finta di non vedere e non sapere”.
La Stampa – L’orda dei 40 mila, incubo del rave
Pinerolo. Gli indiani hanno cominciato a montare l’accampamento che erano le tre di venerdì notte. Giuseppe Anselmo – che abita lì a cento metri – li ha sentiti arrivare. Si è affacciato alla finestra della stanza da letto, ed è stato assalito dallo sconforto. «Ci risiamo». La stradina sterrata che porta al galoppatoio militare di Baudenasca – minuta frazione a una manciata di chilometri da Pinerolo – era già assediata dalla tribù che balla. E si muove come uno sciame compatto: camioncini, camper, furgoncini Anni Settanta e auto stipate all’inverosimile, zeppe di giovanotti, punkabbestia sbucati da mezza Europa. Il popolo del Teknival, il rave party di Ferragosto, si è dato appuntamento in questa radura sulle sponde di quello che una volta era un fiume, il Chisone, e ora che l’acqua scarseggia appare una desolata distesa di sassi.
I timori
Ieri pomeriggio erano già quasi 20 mila. Ma la marea è destinata a montare. I carabinieri, che sorvegliano l’area, hanno chiesto rinforzi urgenti: temono che per Ferragosto il party più grande d’Europa potrebbe diventare anche il più affollato di sempre, 30-40 mila ragazzi da Francia, Spagna, Belgio, Germania, Austria, Repubblica Ceca, Polonia e persino Irlanda. L’Europa unita nel nome della musica techno: i sound system – una quindicina, sparsi qua e là nella radura – hanno cominciato a martellare il popolo del Teknival a mezzogiorno. Non smetteranno fino al mattino del 16 agosto.
Cinque giorni di musica a tutto volume, tribe, giocolieri e bivacchi. Ieri mattina, la macchina si è messa in moto. Perché il Teknival è a suo modo un capolavoro, un’organizzazione che fa spavento, degna di un grande festival musicale. Con i furgoni che scaricano a getto continuo decine e decine di casse che, nel giro di un paio d’ore, diventano muraglioni pronti a esplodere qualche migliaio di watt; con i mezzi che si dispongono in cerchio attorno a quei totem, alti tre metri e lunghi almeno venti, e scaricano tende e gazebo; con i furgoncini che si trasformano in bar: un euro la birra, due un panino. Il tam tam ha funzionato a meraviglia anche stavolta. Li aspettavano dalle parti di Pavia, dove lo scorso anno avevano messo a ferro e fuoco la vallata di Sommo. Invece sono sbucati qui, e non è la prima volta. Ci erano già stati nel 2005.
La camionetta rovesciata
L’altra notte, quando le prime avanguardie si sono piazzate in quest’area militare, non c’era nessuno a sbarrare loro la strada. Poco lontano, i carabinieri hanno intercettato due drappelli e li hanno bloccati. Hanno anche arrestato una coppia di giovani francesi: sulla loro vetusta Citroen avevano 50 cd contraffatti, un coltello e un paio di mazze. La fortezza, però, era perduta. E quando, alle 7 del mattino, i carabinieri hanno tentato di arginare la carovana, ci hanno rimesso un’auto. L’avevano piazzata di traverso, per ostruire il passaggio.
Deterrente da poco: qualcuno l’ha spinta giù nel fossato e il passaggio era di nuovo libero. Per tutta la notte, il richiamo del rave aveva solcato i siti internet e fatto capolino su migliaia di sms. E la tribù transfrontaliera – che già era sbarcata in Italia, e gravitava tra Piemonte e Lombardia in attesa di conoscere la giusta destinazione – si è mossa. E in poche ore si è riversata alle soglie di questo paesino. «Ci risiamo», racconta sconsolato il signor Anselmo. Ci risiamo significa rumore assordante, vetri che tremano e figuri di nero vestiti, borchiati e zeppi di piercing, alla ricerca di cibo, acqua o soltanto di un posto un po’ riparato dove dormire un paio d’ore. A Pinerolo hanno predisposto un allacciamento all’acquedotto comunale per garantire l’acqua. L’azienda che si occupa della raccolta rifiuti ha portato un paio di enormi cassoni per l’immondizia. Timide contromisure per scongiurare il pericolo saccheggi.
Ultimati i preparativi, l’accampamento si anima, la tribù comincia a darsi da fare: teste rasate, trecce rasta, chiome colorate, pantaloni con il cavallo al ginocchio. Da qualche Volkswagen vecchio stile spunta un banchetto. Mercanzia pregiata, per questo popolo: ecstasy, chetamina, Lsd, crack. Qualcuno vende anche cocaina. Hashish e marijuana, da queste parti, sono roba da sfigati.
Loro, gli indiani che hanno preso Baudenasca, ci si appoggiano davanti, si agitano come manichini disarticolati e vanno avanti così finché ce n’è. E quando la benzina finisce, c’è sempre il banchetto della merce pregiata. Dieci euro e l’energia – d’improvviso – torna a scorrere. Alla faccia di quel cartello che spunta in mezzo alle tende. «Questo campo ostacoli è proprietà dello Stato, realizzato con i soldi dei contribuenti ma soprattutto con i sogni di alcuni uomini. Se qualche volta hai sognato anche tu, rispettalo».
Pinerolo Teknival 2007 – seconda parte
Continuano i deliri degli organi di stampa sul Teknival 2007 a Pinerolo. Oggi paginone della Cronaca di Torino. E già si pensa alle contromisure per l’area di Baudenasca. Prima tra tutte la recinzione, che cosi’, tra l’altro non permetterebbe alle decine di feste autogestite che durante l’anno vengono fatte, di avere luogo. L’Onorevole Merlo è in prima linea. Lui. Intanto dopo i cinque arresti di ieri ed oggi, non si registrano per ora altre tensioni, anche se la gente del luogo è un poco incazzata. Piccola nota: i piu’ contenti sembrano essere i commercianti locali, che hanno visto duplicare la popolazione pinerolese e le fami chimiche. Non è che siamo di fronte all’ennesimo trucco del sindaco Covato, che ha messo in atto una particolare forma di attrattiva turistica, dopo le precedenti campagne pubblicitarie? (non disponibile)
Ai posteri la sentenza!
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La Stampa – Non si ferma l’orda del rave
TORINO
Sono 35-40 mila da tutta Europa i giovani per il rave party che, iniziato da tre giorni nel torinese, a Pinerolo, raggiungerà la punta massima a ferragosto. Sul posto sono già migliaia, con roulotte, camper, auto (oltre cinquemila mezzi), cani, in un’area, Baudenasca, non autorizzata. La stessa dove il popolo rave si incontrò nell’estate 2005 dopo essere stato allontanato dalla Francia.
Gli arrivi continuano e, nonostante le proteste, la situazione pare abbastanza tranquilla. Il raduno si sta però trasformando in un caso politico. Il sindaco di Pinerolo, Paolo Covato, si dice «molto preoccupato» e teme di non poter gestire la situazione. Il raduno sembra aver preso alla sprovvista la cittadina. Il popolo rave, tenuto lontano da Pavia, dove si riunì l’anno scorso, è tornato sulle sponde del torrente Chisone, a Pinerolo, quasi all’improvviso. Nella zona da tre giorni si balla al suono della musica techno senza sosta, si beve e si fuma. Intorno le forze dell’ordine, vigili urbani e vigili del fuoco, un centinaio di persone, cercano di tenere sotto controllo la situazione.
Cinque finora gli arresti
Dopo i due arresti della prima giornata, nelle ultime ore si sono registrati altri 3 fermi e un ferito, un ventenne di Ravenna che è rimasto coinvolto in un incendio causato da un fornelletto da campo e che è ora ricoverato all’ospedale Cto di Torino, con ustioni di secondo e terzo grado alle braccia e al torace. Per quel che riguarda gli arresti si tratta di due italiani che durante un controllo dei carabinieri sono stati trovati in possesso di una decina di grammi di hashish e marijuana e di alcune pasticche di anfetamina. In manette è finito anche un francese che è stato bloccato subito dopo aver forzato il cancello di una abitazione vicina all’area del raduno. I due arresti dei giorni precedenti erano quelli di una giovane coppia di francesi sorpresi con 50 cd contraffatti e un coltello.
Il rave porta disagi civili e politici
Sono parecchi però i disagi che questo rave non-autorizzato sta creando nel pinerolese.
Da una parte, il comandante provinciale dei Carabinieri, Antonio De Vita, che dopo il vertice di ieri con l’amministrazione della Città, oggi ha nuovamente incontrato il sindaco di Pinerolo, Paolo Covato, assicurando il massimo impegno nella prevenzione, in tema di ordine pubblico. Si conta su uno spiegamento di oltre 80 unità, ma le forze dell’ordine non possono intervenire se non a fronte di un reato o illecito, difficilmente perseguibile all’interno della zona in di cui si sono appropriati i giovani. Se qualcuno raggiungesse Pinerolo mettendo in atto atteggiamenti illegali, le forze dell’ordine (si sono aggiunti oggi anche i Vigili Urbani) sono pronte a intervenire.
Il sindaco ha spiegato: «Quando si riversa una massa così grande di persone, è troppo tardi per trovare un rimedio efficace, si può solo essere vigili e sperare che non succeda nulla. È a monte di queste situazioni che si dovrebbe prevenire. Un intervento di repressione oggi farebbe rischiare la guerra civile». La pensa allo stesso modo il deputato dell’Ulivo Giorgio Merlo, che, in una polemica nota diffusa oggi, pur elogiando «l’encomiabile lavoro delle forze dell’ordine e delle Prefettura di Torino», sostiene che «non ci si può limitare ad assistere passivamente a questi raduni pseudo musicali, molto spesso illegali e ovviamente non autorizzati, che creano forte inquietudine e preoccupazione nelle popolazioni locali e non possono essere semplicemente tollerate o banalmente delegate ad un problema di solo ordine pubblico».
Secondo Merlo, «è indispensabile intervenire politicamente, come del resto ha già previsto, ad esempio, la legislazione francese che recentemente ha vietato l’organizzazione di questi mega raduni senza una preventiva autorizzazione dei prefetti locali e con un numero delimitato di partecipanti. Nel rispetto, com’è ovvio, di tutte le manifestazioni e della libertà di espressione, è necessario che il Governo italiano intervenga al più presto». A tale proposito, il deputato ha già predisposto un’interrogazione parlamentare al Ministro dell’Interno «affinchè provveda a farsi carico di una proposta capace di prevenire e disciplinare queste avvenimenti a tutela della incolumità delle popolazioni e nel rispetto della libertà di tutti cittadini».
Pinerolo Teknival 2007 -terza parte
Ancora notizie dal rave party di Baudenasca. Il Sindaco Covato e l’Onorevole Merlo (entrambi della Margherita) sono da giorni prodighi a definirsi i paladini della legalità e si stanno adoperando per una legge sui rave. Sono su tutti i media, locali e nazionali. Cavalcano anche loro i 5 minuti di notorietà. Il conto arresti è salito a 9: 7 francesi e 2 italiani. Intanto viene segnalato un video di TrafficKills, direttamente da Baudenasca.
Su fronte dei media sono da registrare due articoli, uno interessante del Corriere, uno della solita Stampa. Eccoli:
Corriere – Rave party, Pinerolo sotto assedio 30 mila tra musica techno e sballo
PINEROLO (Torino) — C’è tanto da imparare per uno che non è mai stato ad un rave party. E cominciare con il grande festival della musica tecno a Pinerolo, il «Tecnival» di Ferragosto, è come buttarsi dal trampolino senza saper nuotare. Per gli adoratori del punf-punf sparato a 120 decibel da casse alte cinque metri è lameglio delle feste dell’anno. La più grande, dove la tribù conquista un territorio e per 5 giorni tiene fuori il resto del mondo, quello che non balla, non si riempie di piercing e sostanze varie. In breve, non si sa divertire. Lo scopo di un rave party è sfogarsi, far baldoria. Il modo per raggiungere lo scopo dipende dalla generazione in cui hanno avuto la ventura di nascere. C’è stato a chi è toccato il minuetto e a chi i Beatles. Oggi l’offerta è più varia, il popolo dei rave party, si è scelto il rimbombo di batterie elettroniche amplificato a palla.
–> –>Che Guevara è morto, ma qui anche Briatore non si sente tanto bene. Sono una minoranza e sanno di esserlo, anzi ne fanno un punto d’orgoglio contro la massificazione dalla tv. Telecamere e giornalisti sono nemici, non complici nel tentativo di apparire. Come tutti, vogliono essere «diversi». Se il Financial Times fosse venuto ieri nel vecchio galoppatoio militare di Baudenasca, appena fuori Pinerolo, avrebbe visto un’Italia diversa da quella delle «veline». Neppure un seno nudo. Splendide ventenni con le treccine rasta sporche dal campeggio improvvisato, con pantaloni larghi tre volte loro e scarpe da ginnastica sformate ai piedi. Tutto possibilmente nero. Indiani metropolitani con i cani al seguito, post punk, vagabondi di un’estate e spostati di una vita. Molti sono precari, alcuni invece con il posto fisso e la laurea. Un popolo vagamente pacifista, anti-istituzionale, soprattutto chiuso in se stesso, comunque una frazione dei «giovani d’oggi »: a Pinerolo stanno facendo il loro record annuale con forse 30mila persone, anche se il colonnello Crescenzio Nardone dei Carabinieri di Torino parla di 12mila. «Altri conti saranno viziati da quel che si respira attraversando il campo» assicura lui che ha già arrestato 9 ragazzi per droga.
«Roba da drogati». Il rock and roll era la musica ribelle, «roba da drogati». Oggi che i «drogati» di allora hanno fatto carriera, il rock è materia di convegni e saggi in quadricromia. Sul futuro di critica della tecno e della sua ripetitiva monotonia (punf-punf-punf-punf) sono in tanti ad avere dei dubbi.Ma a chiederlo agli adoratori di Pinerolo, in quel ritmo che cresce con il battito cardiaco c’è tutt’un’arte. Una generazione non può giudicare i gusti di un’altra. Loro si divertono ballando appiccicati alle casse, come fossero totem da adorare, senza guardarsi in faccia in un dialogo privato con l’amplificatore. L’impatto delle onde sonore sul petto, la scatola cranica, basterebbe a stordire un bisonte sano. Eppure a molti non basta. Per uno che beve succo di frutta, dieci mischiano alcol e tabacco a tutto quanto c’è d’illegale. Il risultato sono camminate oscillanti, discorsi incoerenti, occhi persi, mani che tremano, saliva che non c’è più. Difficile immaginare che saranno la classe dirigente di domani. Eppure c’è chi spiega che «oggi faccio l’albero di Natale, con tutti i piercing in faccia, ma quando lavoro li tolgo così non spavento i vecchietti».
Per «divertirsi» ai rave party devi saper che fare. Non ci si può stordire così, a caso. Lo spiega Pamela, appollaiata sul camper comprato con i soldi della borsa di studio per l’università. Lei che peserà sì e no 40 chili, ha 23 anni e ne dimostra 30 per ciò che sembra essersi fatta «in gioventù ». «L’eroina sta tornando alla grande, però non è la droga giusta per un rave party. Meglio i vari tipi di ecstasy, la vecchia lsd e la nuova ketamina, la coca no che è da fighetti».
No rave, no party. «Non siamo criminali – spiega Pamela -, la verità è che si drogano tutti, anche in Parlamento e nelle discoteche alla moda. Solo che qui è meglio, nessuno si schianta con l’Audi alle 5 del mattino. Ai rave party puoi smaltire quello che prendi, senza far male a nessuno». Sul vetro di un’auto poco lontana una mano caritatevole ha scritto: «Attenzione alla ragazza che dorme sotto le ruote posteriori». Accasciata.
L’invasione abusiva dei festaioli è scattata venerdì notte, 400 tra auto, camper e furgoni da Italia, Francia, Belgio, Germania, Olanda hanno preso d’assalto il bosco di Baudenasca. I cartelli di «zona militare, divieto d’accesso» sono serviti come base per la grigliata. Nella caserma Nizza Cavalleria, lì a due passi, hanno solo raddoppiato la guardia. La massa iniziale ha aperto la strada per gli altri. «E’ vero, ci hanno preso di sorpresa – spiega il sindaco di Pinerolo, Paolo Covato, Margherita -.Eora? Mica possiamo scatenare una guerra civile per cacciarli. Abbiamo scelto di dimostrare civiltà dando loro gabinetti chimici, acqua e assistenza medica con un’ambulanza e un ambulatorio mobile dell’associazione alpini. Ma quando se ne andranno, il 16 o il 17 agosto prendo la penna e scrivo al ministro. Con il massimo rispetto istituzionale, sommessamente, ma devo proprio dirlo: queste cose non devono più succedere».
Andrea Nicastro
TORINO
Sono 35-40 mila da tutta Europa i giovani per il rave party che, iniziato da quattro giorni nel torinese, a Pinerolo, raggiungerà la punta massima domani, in occasione del ferragosto. Sul posto sono già migliaia, con roulotte, camper, auto (oltre cinquemila mezzi), cani, in un’area, Baudenasca, non autorizzata. La stessa dove il popolo rave si incontrò nell’estate 2005 dopo essere stato allontanato dalla Francia.
Gli arrivi continuano e, nonostante le proteste, la situazione pare abbastanza tranquilla. Il raduno si sta però trasformando in un caso politico. Il sindaco di Pinerolo, Paolo Covato, si dice «molto preoccupato» e teme di non poter gestire la situazione. Il raduno sembra aver preso alla sprovvista la cittadina. Il popolo rave, tenuto lontano da Pavia, dove si riunì l’anno scorso, è tornato sulle sponde del torrente Chisone, a Pinerolo, quasi all’improvviso. Nella zona da giorni si balla al suono della musica techno senza sosta, si beve e si fuma. Intorno le forze dell’ordine, vigili urbani e vigili del fuoco, un centinaio di persone, cercano di tenere sotto controllo la situazione.
Sale il numero degli arresti
Nove giovani partecipanti al «Rave Party» in corso nel torinese, a Pinerolo, sono stati arrestati dai carabinieri per detenzione di stupefacenti. Il gruppo, sette francesi e due italiani, sono ora chiusi nel carcere di Pinerolo. Cinque sono finiti in manette nella mattina di lunedì, quattro, due donne e due uomini, nel pomeriggio. Nella prima giornata tre sono stati i fermi: due italiani che durante un controllo dei carabinieri sono stati trovati in possesso di una decina di grammi di hashish e marijuana e di alcune pasticche di anfetamina e un francese che è stato bloccato subito dopo aver forzato il cancello di una abitazione vicina all’area del raduno. I due arresti dei giorni precedenti erano quelli di una giovane coppia di francesi sorpresi con 50 cd contraffatti e un coltello. Il rave porta disagi civili e politici
Sono parecchi però i disagi che questo rave non-autorizzato sta creando nel pinerolese.
Da una parte, il comandante provinciale dei Carabinieri, Antonio De Vita, che dopo il vertice di ieri con l’amministrazione della Città, oggi ha nuovamente incontrato il sindaco di Pinerolo, Paolo Covato, assicurando il massimo impegno nella prevenzione, in tema di ordine pubblico. Si conta su uno spiegamento di oltre 80 unità, ma le forze dell’ordine non possono intervenire se non a fronte di un reato o illecito, difficilmente perseguibile all’interno della zona in di cui si sono appropriati i giovani. Se qualcuno raggiungesse Pinerolo mettendo in atto atteggiamenti illegali, le forze dell’ordine (si sono aggiunti oggi anche i Vigili Urbani) sono pronte a intervenire.
Il sindaco ha spiegato: «Quando si riversa una massa così grande di persone, è troppo tardi per trovare un rimedio efficace, si può solo essere vigili e sperare che non succeda nulla. È a monte di queste situazioni che si dovrebbe prevenire. Un intervento di repressione oggi farebbe rischiare la guerra civile». La pensa allo stesso modo il deputato dell’Ulivo Giorgio Merlo, che, in una polemica nota, pur elogiando «l’encomiabile lavoro delle forze dell’ordine e delle Prefettura di Torino», sostiene che «non ci si può limitare ad assistere passivamente a questi raduni pseudo musicali, molto spesso illegali e ovviamente non autorizzati, che creano forte inquietudine e preoccupazione nelle popolazioni locali e non possono essere semplicemente tollerate o banalmente delegate ad un problema di solo ordine pubblico».
Secondo Merlo, «è indispensabile intervenire politicamente, come del resto ha già previsto, ad esempio, la legislazione francese che recentemente ha vietato l’organizzazione di questi mega raduni senza una preventiva autorizzazione dei prefetti locali e con un numero delimitato di partecipanti. Nel rispetto, com’è ovvio, di tutte le manifestazioni e della libertà di espressione, è necessario che il Governo italiano intervenga al più presto». A tale proposito, il deputato ha già predisposto un’interrogazione parlamentare al Ministro dell’Interno «affinchè provveda a farsi carico di una proposta capace di prevenire e disciplinare queste avvenimenti a tutela della incolumità delle popolazioni e nel rispetto della libertà di tutti cittadini».
Alcune note a margine del Teknival
Volevo scrivere qulcosa sull’evento che sta catalizzando attenzioni e pettegolezzi nel posto in cui vivo: il Teknival 2007. Al di la’ dell’evento in se’, su cui ognuno puo’ avere l’opinione che vuole, mi sembrano interessanti due questioni.
1- Il livello del discorso che la classe politica locale sta mettendo in campo. Si sono espressi in tre sulla questione: Agostino Ghiglia (presidente provinciale di AN), Giorgio Merlo (Parlamentare locale della Margherita) e Paolo Covato (Sindaco di Pinerolo, Margherita). Il primo, da buon fascistello, va giu’ drastico, ma oltre quello non fa molto. Lui dice che si dovrebbe “bloccare immediatamente un raduno non autorizzato dove si sa benissimo ciò che accade e di fronte al quale non si può fare finta di non vedere e non sapere”. Sterile ed inutile polemica politica per continuare la battaglia contro la droga e per la restaurazione della Civiltà. Piu’ interessanti sono invece le esternazioni dei due margheritini. Giorgio Merlo, che fin’ora in Parlamento è vicepresidente della Commissione Parlamentare per l’Indirizzo Generale e la Vigilanza dei Servizi Radiotelevisivi, nonché membro della Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni, è quello che ci va giu’ piu’ duro: “Non è più tollerabile – afferma – che siano disciplinate solo con un regio decreto. E’ venuto il momento di affrontare a livello legislativo un problema che non può essere rubricato a semplice manifestazione musicale e di pacifica aggregazione, oltretutto non autorizzata“. Il giorno dopo, continua elogiando «l’encomiabile lavoro delle forze dell’ordine e delle Prefettura di Torino», e sostenendo che «non ci si può limitare ad assistere passivamente a questi raduni pseudo musicali, molto spesso illegali e ovviamente non autorizzati, che creano forte inquietudine e preoccupazione nelle popolazioni locali e non possono essere semplicemente tollerate o banalmente delegate ad un problema di solo ordine pubblico». Secondo Merlo, «è indispensabile intervenire politicamente, come del resto ha già previsto, ad esempio, la legislazione francese che recentemente ha vietato l’organizzazione di questi mega raduni senza una preventiva autorizzazione dei prefetti locali e con un numero delimitato di partecipanti. (…) E’ necessario che il Governo italiano intervenga al più presto». Il Merlo quindi ha predisposto un’interrogazione parlamentare al Ministro dell’Interno «affinchè provveda a farsi carico di una proposta capace di prevenire e disciplinare queste avvenimenti a tutela della incolumità delle popolazioni e nel rispetto della libertà di tutti cittadini». Ora, a parte il tono allarmistico, mi sembra che questo rave abbia portato acqua buona ad un parlamentare di provincia che si è visto toccare i suoi 10-20 elettori di Baudenasca, e che addirittura adesso vuole le leggi speciali sui rave. Da notare è che l’area in questione, che lo stesso Merlo e il sindaco Covato vorrebbero ora recintare, è spesso usata da decine di gruppetti di amici, per feste e concertini. Illegali ovviamente.
Ora, visto il giro di vite che il Comune vorrebbe dare, ci si dovrà trovare un altro posto. Ma è il sindaco ad andare giu’ con l’accetta. Secondo Covato, (che intervistato alla radio non sapeva il significato della parola “monitorare” e quindi l’ha mutato in “monitorizzare”), «quando se ne andranno, il 16 o il 17 agosto prendo la penna e scrivo al ministro. Con il massimo rispetto istituzionale, sommessamente, ma devo proprio dirlo: queste cose non devono più succedere». Cosa non deve succedere? Che si organizzino rave? Mi dovrebbe spiegare il Sindaco Covato la differenza tra il rave in questione e le numerose notti bianche che la sua amministrazione organizza, con l’invito preciso: “Nessun dorma“. Vorrei capire se il rumore della notte bianca per le Universiadi (fatto in centro, con sfilate allegoriche e dj-set ad ogni ancgolo esu cui avevo scritto anche un breve racconto) è diverso dal rumore di un rave fatto in periferia. Qual’e’ la differenza tra il rumore autorizzato e quello non autorizzato? Fa piu’ male ai timpani? O, visto che il sindaco ha dichiarato di non capire “questi giovani”, è semplicemente in fatto che non potendolo controllare se non con le forze di polizia, la percezione del sindaco Covato è come quella della Sora Pina, ovvero: “il brutto sporco che balla e si droga e che magari è anche delinquente e quindi non mi sento sicuro”. Cosa non deve piu’ succedere, Covato? Che si organizzino rave illegali? Illegali si, ma in questi giorni quelli piu’ contenti sembrano essere i commercianti. Migliaia di giovani in perenne “chimica” che vagano per la città cercando cibo. Sono un bel gruzzolo, un bel pacchetto turistico, piu’ di quanti Pinerolo ne abbia mai visti di turisti. Non volevamo diventare terirtorio turistico? Adesso vogliamo pure scegliere quali turisti? Le famigliole sono piu’ rassicuranti del punkabbestia, è vero. Ma a me pare che i commercianti non badino a questo quando vendono. A loro va bene. Vorrete mica strozzare il turismo proprio adesso che è nato? A pensarci bene, la faccenda di Spinellopoli (non disponibile) potrebbe essere un’interessante politica di promozione del territorio ed aver attirato i mega eventi anche qui. Del tipo: noi siamo la terra dei “viaggi”, venite qui voi e i vostri teknival. Grazie Covato!
2- Alcuni aspetti tristi dell’evento. A margine del tutto ci sono alcuni aspetti tristi. Sono stati arrestati 9 giovani e nessuno tra i partecipanti al rave, ha mosso un dito. Ok, è una festa. Ma a me non piacciono le feste che esaltano l’individuo e fanno perdere di vista comunque un orizzonte che il movimento raver ha avuto: la riappropriazione collettiva degli spazi. L’anno scorso avevo letto delle interessanti analisi sul teknival. Purtroppo concordo anche io: il MEZZO è diventato il FINE. C’e’ una confusione tra le due dimensioni che porta alla partecipazione individuale e quindi al menefreghismo verso chi “rimane indietro”. Un aspetto molto triste di un qualcosa che sotto questo punto di vista assomiglia a qualsiasi mega-evento, lasciando completamente fuori l’auto responsabilizzazione dalla logica della costruzione del rave. Solo i migliori ce la faranno. E questo non è bello. Altra cosa che a me non piace è che di nuovo l’autorganizzazione dell’evento porta al fatto che nessun pulisce, e che quindi rimangono kili di merda sul luogo, assecondando i luoghi comuni dei vicini sospettosi e impedendo a chi vuole fare una festa dopo, di usare l’area. Due anni faè accaduto cosi’. Questa volta dovremo di nuovo andare a nuotare nella merda? Due esempi di come molti pensino ai cazzi propri, alla faccia delle apparenze.
A dispetto di questo (e di quel che dicono i politici) c’è da registrare la solidarietà di molte persone del luogo verso i partecipanti al rave. Si racconta di persone (anziani contadini) che hanno aperto i cortili delle loro cascine e rifocillato gruppi di ragazzi. C’e’ chi esprime il proprio punto di vista sul web, e c’e’ chi semplicemente non si è accorto di nulla.
Pinerolo Teknival 2007 – quarta parte
Gli arresti al rave di Baudenasca sono arrivati a 26. Si parla di mini retate fuori dai supermercati ed in giro per la città. Brutte scene con la città, negli ultimi giorni, completamente militarizzata. Continuano intanto le esternazioni di Ghiglia, che probabilmente farebbe meglio a stare zitto. Ecco l’ultimo articolo de La Stampa (in attesa di scannerizzare la stampa locale e di faci supra due risate). Per ora segnaliamo queste chicche: [1] – [2].
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La Stampa – La festa è finita, si torna a casa (non disponibile)
TORINO
Si è concluso senza particolari incidenti, anche se con qualche polemica e lamentela da parte degli abitanti della zona, il rave party che per 5 giorni si è svolto in un’area di Baudenasca, nel pinerolese, a una trentina di chilometri da Torino. Complessivamente sono stati 26 gli arresti compiuti dai carabinieri, gli ultimi 5 proprio ieri, sempre per detenzione di droga ai fini di spaccio.
Questa mattina sono ancora circa 6 mila le persone che si trovano nell’area in cui si è svolto il rave ma, l’esodo è già iniziato da diverse ore in modo tranquillo, sempre sotto l’occhio vigile delle forze dell’ordine.
Già ieri sono partiti circa ventimila giovani radunatisi in questi giorni vicino a Pinerolo (Torino) per il rave party non autorizzato.Al momento, circa il 60% ha imboccato la strada del ritorno verso Francia, Olanda, Germania e varie parti d’Italia.
Pinerolo Teknival 2007 – quinta parte
Il Teknival visto dalle agenzie, con alcuni interessanti spunti verso il finale, offerti dal SAP.
Adnkronos (nessuno degli articoli seguenti è disponibile)
11 agosto: TORINO: RAVE NON AUTORIZZATO NEL PINEROLESE, 2 ARRESTI
11 agosto: TORINO: RAVE PARTY ABUSIVO, GIA’ ARRIVATE QUASI 11 MILA PERSONE
13 agosto: TORINO: ALTRI 3 ARRESTI AL RAVE PARTY NEL PINEROLESE
13 agosto: TORINO: SALITI A 9 GLI ARRESTI AL RAVE PARTY
14 agosto: TORINO: ANCORA 7 ARRESTI AL RAVE PARTY, IN TOTALE SONO 16
14 agosto: TORINO: RAVE PARTY NEL PINEROLESE, ALTRI 5 ARRESTI PER DROGA
16 agosto: TORINO: TERMINATO RAVE PARTY, 26 ARRESTI
16 agosto: TORINO: SAP, AMATO CONTRASTI ORGANIZZAZIONE RAVE
Roma, 16 ago. – (Adnkronos) – “Soltanto l’ottimo lavoro delle Forze dell’Ordine ha impedito che l’orda barbarica calata su Pinerolo per un rave party non voluto e non autorizzato da nessuno, eppure svoltosi regolarmente perche’ in Italia ognuno fa come gli pare, potesse mettere a ferro e fuoco questa pacifica realta’ alle porte di Torino”. Lo afferma la segreteria provinciale del Sap (Sindacato Autonomo di Polizia) di Torino.
“Abbiamo chiesto al ministro Amato -prosegue il Sap- stranamente silenzioso sulla vicenda, di contrastare in futuro l’organizzazione di eventi cosi’ devastanti in realta’ come Pinerolo con oltre 30.000 abitanti. La cittadina nei cinque giorni scorsi e’ stata letteralmente ‘violentata’ in nome di una liberta’, quella concessa a questi 4.000 ragazzi molti dei quali dediti liberamente all’uso di alcol e droghe neanche fossimo ad Amsterdam, che non e’ prevista nella nostra Costituzione, che non e’ di alcuna pubblica utilita’ e che, soprattutto, crea disagi e problemi ad una popolazione pacifica, laboriosa che ogni mattina si alza presto per andare a lavorare”.
“Appoggiamo pertanto -conclude il Sap- la richiesta di chiarimenti al ministro dell’Interno fatta dal sindaco di Pinerolo, Paolo Covato, che abbiamo gia’ fatto nostra con un intervento urgente inoltrato dal Sap proprio stamani al Viminale”. (Mpi/Ct/Adnkronos)
Ed ecco a voi le chicche che riguardano il Teknival: ovvero la stampa locale. Purtroppo non tutti i giornali sono in edicola e quindi le risate non sono complete. Ma direi che bastano e avanzano. L’unico giornale stakanovista è il Monviso, che impianta la sua linea editoriale su tre pilasti: al Teknival c’era piu’ gente che alle olimpiadi, quindi piu’ soldi; è stata una festa come non se ne vedevano da un po’; c’erano pero’ i drogati.
Incominciamo con i paralleli eccellenti: olimpiadi/teknival.
Continuamo con gli elogi all’evento (in barba al SAP e a La Stampa che parlavano di città assediata):
Poi, siccome bisogna pur fare le divisioni tra buoni e cattivi, tra giovani che portano i soldi e drogati, il giornale pubblica due interventi, uno di Ghiglia (AN) e una di Malan (FI)
Ultima chicca, dopo aver pubblicato in modo abbastanza infame, a tutta pagina le foto degli arrestati (ma non i nomi, che “tanto son francesi”) ecco che gli appioppa un titolo capolavoro. (PS noi le facce le abbiamo OVVIAMENTE tagliate).
OTTIMO. davvero OTTIMO.
E mentre accade tutto questo sui gornali locali, ieri il Sindaco Covato dalle colonne del La Stampa di Torino, prevedeva di allagare l’area dell’ex Galoppatoio di Baudenasca in previsione di prossimi rave. Mettendo insieme un misto tra pietismo cristiano e tolleranza zero, ecco che cosa diceva (scusate se non è proprio un’ottima scansione, ma si fa quel che si puo’).
Articolo apparso su Slipperypond, che ci cita :) e che, essendo sotto licenza Cretive Commons, riportiamo volentieri. Cogliamo l’occasione anche di ringraziare quelli che ci han fatto i complimenti per come abbiam coperto l’evento. Prove tecniche da Pinerolo, aspettando la nascita ufficiale di Indymedia Piemonte ;)
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Disclaimer: i free party esistono da una quindicina d’anni, oggi è solo che se ne sono accorti anche i mass-media (come ad esempio Slipperypond). Va da sé che finora sui free party sono state dette molte cose, quasi sempre sbagliate. E’ quindi facile scadere nel luogo comune o nell’apologia: per questo mi immedesimerò in qualcuno che non è mai stato a un teknival e cercherò di analizzare l’evento andando con ordine, per discipline.
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I-Cronaca
Nei_giorni compresi tra venerdi 10 agosto e giovedi 16 agosto si è svolto a Baudenasca, nei pressi di Pinerolo, il Téknival 2007. Il luogo scelto dai raver è stato l’ex ballatoio della caserma Nizza Cavalleria.
Per Téknival si intende un rave party di enormi dimensioni, al quale prendono parte molte delle “tribe” più importanti del panorama musicale underground.
Come da prassi, il luogo della kermesse è stato reso noto solo all’ultimo momento. I primi giovani sono arrivati sul posto nella notte di venerdì. Sabato sera le presenze erano già dodicimila circa, per toccare una punta stimata di trentamila nella notte di ferragosto. Tra i partecipanti la festa, la metà circa erano italiani; tra gli stranieri, netta predominanza francese e una discreta presenza di tedeschi, spagnoli, olandesi e cechi.
La festa, nonostante l’assenza di servizi e regole, e l’afflusso senza precedenti, si è svolta nella massima armonia: non si è segnalato alcun incidente, nessun episodio violento e nessuna emergenza sanitaria. Solo una ventina gli arrestati, per lo più per possesso di stupefacenti.
Nonostante l’isteria mediatica che ha accompagnato l’evento, la popolazione del luogo ha accettato la cosa alternando curiosità e fastidio, stupore e tolleranza; qualche politico di destra ha gridato all’allarme ma è stato smentito dai fatti, mentre il sindaco di Pinerolo, pur mostrando di non gradire la cosa, si è mostrato persona responsabile fornendo autobotti e bagni chimici.
II-Storia
Non è questa la sede per discutere la storia dei free party (ci vorrebbe un articolo intero, e molte questioni rimarrebbero comunque aperte): basti sapere che la faccenda comincia una decina di anni fa, che le soundsystem le inventarono i giamaicani, mentre la tekno moderna nasce a Detroit, che il movimento rave era stato dato per morto già da quattro-cinque anni e che il teknival dello scorso agosto aveva avuto luogo nel pavese. Per approfondimenti vi rimandiamo ai seguenti link.
http://en.wikipedia.org/wiki/Teknival
http://en.wikipedia.org/wiki/Free_tekno
http://shockraver.free.fr/home.htm
http://en.wikipedia.org/wiki/Spiral_Tribe
III-Geografia
La location scelta non è certo un paradiso: si tratta della zona attigua alla caserma Nizza Cavalleria, una spianata da esercitazioni che alterna prati brulli, boschetti ad acacie e l’argine di un fiume. Da un lato cade subito l’immagine di violatori della natura incontaminata affibbiata ai raver da parte di alcuni organi di stampa, dall’altro appare innegabile che il costo della ripulitura non sarà irrisorio, e sarà sostenuto dalla collettività.
Il luogo era già stato teatro di un teknival, seppur di dimensioni minori, nel 2005. Pinerolo città dista qualche chilometro. La popolazione si mostra molto meno incattivita di quanto la dipingano i giornali. Notiamo anzi una certa curiosità: non solo i negozianti e i passanti chiedono, si interessano, esprimono dubbi e perplessità, ma molti vanno a constatare di persona cosa stia accadendo. Un paio di baristi spiccano per la loro attitudine “pro-rave,” sicuramente c’entra il volume di affari moltiplicato, ma un ruolo ce l’ha anche lo scoprire che il teknuso non è il vandalo assetato di sangue di cui parlano i giornali ma (solitamente) una persona piuttosto allegra e gentile. Carabinieri, polizia e finanza controllano a distanza, dedicandosi per lo più alla perquisizione delle auto.
IV-Urbanistica
La prima cosa che colpisce del teknival 2007 sono le dimensioni (nella foto non se ne vede che una parte). Proprio mentre si discute da tempo della fine del movimento, il movimento dà vita alla sua festa più grande. Il baccanale si estende per qualche chilometro, con vari punti-chiave. Sostanzialmente si tratta di una vera e propria città artificiale: il progressivo piazzamento di bancarelle, furgoni e auto crea le strade; le soundsystem più grosse fungono da piazze, i boschi punteggiati di tende e furgoni sono i sobborghi. Alcune soundsystem, come quella degli Hazard Unitz, colpiscono per potenza e grandezza: a vedere questi muri di casse alti quattro o cinque metri e lunghi trenta, non possono non venire in mente le economie di scala, spostate dall’industria manifatturiera alla tekno.
V-Economia
Ogni città ha una sua economia. Quella del teknival è una microeconomia, che ricorda da vicino i suq delle città nordafricane. Ovunque spuntano banchetti che vendono di tutto, dalla bottiglia d’acqua ai monili, dal cous-cous alle sostanze stupefacenti. Alcuni offrono un singolo prodotto, come il banchetto della frutta, altri cambiano businness con l’evolversi della festa: Marianna, trentadue anni, da Perugia, alle 19:30 vende hamburger; venderà speed alle 23:00 e caffè e buondì alle 8:00. C’è pure un tipo che vende una moto. Colpisce vedere banchetti che espongono cartelloni con listini del tipo “Speed: 10 EU – MDMA(capsule): 10 EU – Ketamina: 35 EU,” e non tanto perchè non siamo soliti vedere sostanze illegali vendute come zucchine al mercato, ma anche per i prezzi popolari a cui vengono vendute. Non c’è grande speculazione nello spaccio, al teknival: basta osservare la perizia con cui il tipo della ketamina prepara le buste, mostrando preciso ad ogni cliente il peso della tara, per capire che il suo atteggiamento è quello di chi sta svolgendo un servizio. Liz, ventiquattro anni, belga, vende cristalli di MDMA: mezzo grammo, 30 euro. “Quanto ci guadagni?” “Poco, mi rifaccio le spese del viaggio e qualche extra.”
C’è spazio per un po’ di imprenditoria, sia reale (Renée, francese, vende abiti di sua creazione; Sara e Teo, romani, stupendi braccialetti d’acciaio forgiati in casa) che ironica (un tipo ha inventato il “turbonose,” una specie di aspirapolvere in miniatura: “il regalo perfetto per chi pippa troppa speed,” ci spiega).
VI-Politica
E’chiaro che una manifestazione sudicia e chiassosa in cui si consumano sostanze illegali e in cui sostanzialmente ognuno fa quel che gli pare (anche giocare impunemente a Street Fighter II, come documenta questa drammatica immagine) non sia troppo gradita dalle istituzioni. E’ anche vero, però, che il fatto che un motore a sostanze chimiche da decine di migliaia di persone giri per sei giorni senza alcun incidente, dovrebbe quantomeno portare a riconsiderare l’effettiva dannosità di alcune di tali sostanze (Lancet lo ha fatto, i giornali italiani pare di no). Quella delle droghe pare comunque una facile scappatoia per criticare: del resto un po’ tutti si sono ormai resi conto che nella società contemporanea le droghe sono ovunque, e qui è solo più visibile che allo stadio, in discoteca o in parlamento. Alcuni tra i critici della manifestazione se ne rendono conto e preferiscono puntare il dito sulla sporcizia (Innegabile. Ma indignarsi per qualche sacco di spazzatura in un campo quando tutte le città italiane sforano il limite di PM10 diventando di fatto conche cancerogene non appare quantomeno grottesco?) o sull’assenza di misure di sicurezza (questa, pure, è vera, ma una misura di sicurezza c’era: il rispetto. Al teknival se qualcuno anche solo ti sfiora, è subito tutto uno scusarsi, un darsi la mano, un offrire un sorso d’acqua o un tiro di sigaretta o di canna. Rispetto reciproco: ecco qualcosa di veramente sovversivo).
Se le critiche da destra non stupiscono, danno più da pensare quelle da sinistra. Il rave non è sgradito solo a quella sinistra che, per necessità di governo e logiche di potere, diventa molto simile alla destra (specie nel mostrarsi legalista coi deboli e garantista coi potenti): anche quella sinistra cosiddetta “radicale,” in teoria vicina a qualunque movimentismo, dura fatica a capire questa storia dei rave. A pensarci bene, però, è piuttosto ovvio: il marxista – o il postmarxista – non è in grado di spiegarsi un movimento che rifiuta aprioristicamente una logica di cambiamento: l’utopia tekno è “qui e ora” e non ha pretese di cambiamento del sistema che rifiuta. La festa è qui, e quando finisce, tutti a casa. La tekno crea la sua area di utopia, non cerca proseliti, non vuole la rivoluzione: la sua rivoluzione c’è già, e dura una notte (o sei). Aggiungiamoci che il movimento tekno rifiuta violentemente un’etica del lavoro ancora ben radicata nell’estrema sinistra, e la frittata è fatta: è evidente che dal punto di vista di chi ha una formazione marxista questo non può essere un movimento “politico.” Eppure lo è: il teknival pur non volendolo essere è una manifestazione antiproibizionista, e una dimostrazione di democrazia diretta (o di pirateria sociale, a seconda dei punti di vista), dal momento che grazie alla volontà di una massa di persone, vengono fissate temporaneamente nuove leggi alla faccia del “sistema.”
Volendo dare etichette, il movimento tekno è senz’altro collocabile nell’area dell’anarchismo, ma è un anarchismo per nulla incazzato, mistico senza essere misticheggiante, individualista e collettivo insieme, edonista e sensuale ma non sessuale (non si può non notare la generale monogamia del teknuso). I testi filosofici che più si avvicinano alla weltanschauung del movimento tekno sono Walden di Thoreau e T.A.Z. di Hakim Bey, ma voler trovare un collegamento diretto sarebbe una forzatura. Dice Marek, 24 anni, operaio, madre italiana e padre serbo: “Quello che ci interessa è fare baldoria, creare almeno per una sera un’alternativa alla pappa pronta e velenosa che ci vogliono imporre. Ho preso due giorni di ferie per venire qua da Vienna, dove lavoro. Le droghe? I bar di tutta Europa spacciano ogni giorno una droga pesante che da sola fa mille volte più morti di tutte le droghe chimiche messe insieme.”
VII-Chimica
Il teknival non esisterebbe senza droghe. Stimolanti e allucinogeni sono il nocciolo della questione almeno quanto la musica. Spiega Erik, da Grenoble: “Il legame tra sostanze e movimento tekno non è casuale. Non dico che non si possa apprezzare la nostra musica senza certe sostanze, ma è innegabile che tra MDMA, speed, e musica tekno c’è una sinergia profonda, che è fin troppo ovvia a chi ha provato e che rimarrà ignota a chi non lo ha fatto.”
Le droghe intorno a cui gira il teknival sono fondamentalmente quattro (anche se non mancano oppio e coca, sono meno definitorie): mdma, lsd, speed e ketamina. I ruoli di ciascuna sono piuttosto definiti: l’mdma è la droga per ballare per eccellenza: la sua diffusione che accompagna la nascita del movimento, e il suo effetto empatogeno contribuisce a creare il clima da fratellanza universale tipico del free party. L’lsd potenzia gli aspetti mistici (già il suo creatore, Albert Hofmann, spiegava che l’lsd riproduce le sensazioni ottenibili dopo un ventennio di pratica intensiva di meditazione trascendentale), la speed non è che carburante: metanfetamine per stare svegli, sopportare la fatica e ballare a oltranza, anche quando l’mdma, che dura solo cinque-sei ore, cala. La ketamina, un anestetico veterinario riscoperto dal popolo dei rave (dopo John Lily) dissocia e crea nuove significanze (per alcuni, come Margherita, ventisei anni, ricercatrice bolognese, “sostituisce l’lsd: mi dà quella profondità mistica che cerco nell’esperienza senza farmi star fuori per otto ore,” per altri, come Elena, diciannove anni, dalla Val di Pesa, “è il succo di tutta l’esperienza: trasforma il ballo in un’esperienza trascendente, spazializza la percezione del proprio corpo, e al tempo stesso fonde la mente con l’ambiente circostante”.) Tutti si mostrano piuttosto competenti e consapevoli riguardo milligrammi, controindicazioni, interazioni ed effetti.
Le canne non sono che un ovvio intercalare, neanche si notano. Si nota invece l’assenza di alcool (unica eccezione, l’assenzio che un anziano nomade molto poco tekno ci offre da un bottiglione d’argento), che si presenta solo sotto forma di birre fresche, di solito accompagnate da frutta e panini: “cerchiamo sensazioni,” spiega Rex, scozzese ventiquattrenne, “sarebbe assurdo assumere una sostanza come l’alcol, che le riduce e le ottunde”. Per ogni utente consapevole come Rex c’è anche un Pierre: “non sto troppo a calcolare cosa prendere, sono qui per sfasciarmi, haha.” La tendenza è il cocktail, ma ci sono anche i puristi: Matteo, ventotto anni, impiegato a Trento, assume solo LSD: “cerco un’esperienza innanzitutto estetica.”
VIII-Estetica
L’esperienza estetica, va detto, c’è anche senza allucinogeni. Se si riesce a guardare oltre gli aspetti più superficiali (la polvere, i cani, i cumuli di sacchi di spazzatura, la gente addormentata per terra), il teknival ha una caratterizzazione estetica molto forte. A modo suo ha classe, pochi discorsi. Sta tra Mad Max e Ken il guerriero, tra il cyberpunk e l’hippy, tra il primitivo e l’iperurbano. Quello che esce dalle sound (a onor di cronaca si ricorda che a Pinerolo abbiamo sentito diversa robaccia ma anche molta musica elettronica di qualità eccezionale) è figlio tanto dei tamburi voodoo quanto dell’inesorabile filiera produttiva fordista. Anche la gente contribuisce all’effetto complessivo: se la direttiva principale è “fai come ti pare” (e infatti si va dallo splendore di una cybervenere al peggio tamarro in canotta), spicca una notevole personalizzazione individuale pur all’interno “direttive estetiche di movimento,” e complessivamente bisogna ammettere che, no, il popolo del teknival non è cattivo, sporco e brutto: è bello. Naike, ventitré anni, “studentessa in vacanza perenne,” parigina, ammette candidamente di “dedicare molto tempo alla cura del proprio aspetto fisico.” Oggi l’estetica rave stupisce meno che dieci anni fa, ma ha saputo rinnovarsi ed evolversi, rimanendo bella.
Ed ecco la questione chiave.
La questione chiave, quello che i giornalisti non vi hanno detto, probabilmente solo perché se ne erano andati prima, è che quello che alcuni hanno definito “mefitico catino” (e lo è), di notte, quando le decine di soundsystem iniziano a sparare al massimo e le luci stroboscopiche si fanno lame nel buio, quando ogni singolo DJ cerca di dare il meglio di sé e tutti i ragazzi escono dalle tende, dalle auto, dagli accampamenti raffazzonati e dal bosco per piazzarsi sottocassa, e tutto prende a battere all’unisono, il teknival diventa uno spettacolo di una bellezza straziante.
IX-Filosofia
Non è affatto scontato provare a spiegare il perché e il percome di un evento del genere. C’è chi ha trovato un parallelo tra i battiti delle sound e quello del cuore di una madre, spiegando il rave come un ritorno al ventre/all’infanzia. C’è chi ha voluto vedere nell’uso puramente edonistico della tecnologia una critica al sistema industriale/capitalistico. C’è chi ci vede piuttosto un rifiuto del divertimento massificato e mercificato, e chi una ricerca del delirio ad ogni costo. C’è chi ha provato a stilare un manifesto (interessante, ma certo non esaustivo) e chi un decalogo (troppo funzionalista per essere chiarificatore: “5. parcheggia bene…”). Sicuramente ci sono tutti questi elementi, ma la questione mistico-rituale è (almeno inconsciamente) dominante. Consideriamo i seguenti elementi:
– l’impianto scenografico-rituale (cos’altro aspettarsi da francesi e italiani?), con officiante, fedeli in linee orizzontali, luce dall’abside e transubstanziazione (in questo caso psichedelica) al centro dell’arco temporale, ricalca pari pari quello di una messa (e il profilo di una soundsystem quello di una cattedrale gotica, o di un organo),
– l’idea del raduno notturno, che di fatto celebra il mistero della notte per arrivare al trionfo del mattino, è una costante in gran parte delle religioni pagane.
– i battiti ritmati (ce lo insegna il voodoo) e la trance da essi indotta sono da tempo immemore mezzi per avvicinarsi al divino.
– le sostanze psichedeliche (questo ce lo insegnano tanto i misteri eleusini greci quanto lo sciamanesimo messicano) sono la porta per comunicare col mondo della trascendenza.
– i grandi raduni amplificano la suggestione e aiutano a lasciare l’individualità terrena in favore di una collettività spiritualizzata.
– attraverso la condivisione di un momento rituale si cerca una purificazione interiore (in questo caso dalle imposizioni e dai valori della società dei consumi) e una ridefinizione del sé.
La differenza sostanziale è che il rito non è più un mezzo ma si sovrappone allo scopo: tutto è declinato al presente. L’era dell’acquario dei figli dei fiori si è accoppiata col “no future” dei punk, ed ecco il risultato.
Oppure la soluzione è più semplice, più alla portata. Dice Dino, settantadue anni, avventore di uno dei bar di Pinerolo più vicini alla curva per Baudenasca: “Se vengono a migliaia fino quassù – oh – vorrà dire che i divertimenti che hanno a casa loro non gli piacciono più.”
X-Sociologia
Un dato oggettivo, infine, ci colpisce. Ce lo mostra Tania, ventotto anni, cagliaritana, dottoressa in storia da un anno, alle feste da dieci: “Dite quello che volete, ma questo qua è l’unico movimento giovanile genuino prodotto dagli anni ‘90 e 2000. Non siamo nostalgici di qualche decennio passato: siamo contemporanei.”
Nota a margine: se dalla stampa ufficiale abbiamo visto soprattutto ipocrisia e luoghi comuni, non possiamo non segnalare (grazie a PineroloMolesta) tre esempi di giornalismo non allineato (il modo moderno per dire “di buon senso.”)
Articolo 1 (non disponibile)
Articolo 2 (non disponibile)
Articolo 3 (non disponibile)
Continuamo a parlare di teknival, anche perche’ in questi luoghi da allora non è che sia successo molto altro. Oggi pubblichiamo un’intervista ad un raver, apparsa su Traffic Kills, uno dei siti che hanno maggiormente coperto l’evento. Buona lettura.
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Main dancefloor on 15 August morning
TK: Buongiorno Eric, vuoi presentarti e presentare le persone che partecipano ad un teknival?
ERIC: Certamente, vengo da Rouen nel Nord della Francia. Suono, amo la musica, stare all’aria aperta e vedere la gente che balla, che è felice. Questo è un teknival per me. Un campeggio con la nostra discoteca (con discoteca si riferisce agli impianti, muri di casse, che con qualche piccola interruzzione diffondo la musica, TK).
Il popolo di un teknival è costituito innanzitutto dai giovani del luogo che vengono a curiosare. Dicono che siamo solo francesi ma non è vero (confermo, TK). Le persone sono varie. Come con ogni grande pubblico. E’ come essere in una strada di una grande città. Può succedere di tutto.
TK: Queste feste si svolgo illegalmente anche in Francia?
Sicuro, sicuro. In tutt’Europa. E’ una necessità. E’ una voglia data dalle costrizioni che vengono imposte nella vita di ogni giorno. Non si può più fare festa liberamente. E in molti scelgono di aggregarsi e riprendersi questa libertà.
TK: I giornalisti italiani parlano di no global?
ERIC: Non penso si possa ridurre così tante persone che ballano sotto una corrente. No global? Perché mai… appena si decide di andare liberamente contro si è no global e impegnati politicamente. No qui c’è musica, festa, spensieratezza. E’ proprio il contrario. Almeno per me, è fuggire da tutto quello che mi comanda e su cui non posso influire se non così!
TK: C’è tanta droga?
ERIC: Si c’è, come non ammetterlo. Non siamo mica in una discoteca VIP, dove bisogna dire che non gira la cocaina. Però di cocaina non ne gira tanta. Non quella preferita. La droga c’è come in ogni altro luogo. Qui c’è libertà e la gente è tranquilla e più manifesta. Poi ci sono tante persone tutte insieme e sembra che ci sia più droga del solito. Sta al cervello delle persone decidere che cosa fare. Come vedi io sono qui a parlarvi e fare colazione.
TK: Cosa fa effettivamente la polizia?
ERIC: Ogni tanto passa qualche macchina. Non so. Io sto qui da qualche giorno. Quando esco a fare la spesa, non ci fermano. Sono gentili. Voi arrivate ora? Che avete visto?
TK: Una volante che faceva il giro. Non ci sono autovetture ne all’ingresso, né autoambulanze. Effettivamente se la zona è monitorata non è previsto un intervento immediato. C’è la televisione… Magari vi chiamano a suonare in un club.
ERIC: Non vedo l’ora!
TK: Precedentemente abbiamo sbagliato strada e siamo finiti in una discarica di cassonetti dell’immondizzia. Potrebbero portarne qui qualcuno così che sia più facile raccogliere i rifiuti. Ho visto molte persone pulire.
ERIC: Oh, ma certo per chi ha rispetto per la natura è il minimo tenere pulito. E vi sono molte persone che puliscono.
Il teknival di Baudenasca è stato un enorme campeggio, molto ben organizzato dove la musica è ancora davvero e non sulla carta, libertà!
Solo una trentina di arrestati fra le migliaia di persone che hanno partecipato. Nessuna emergenza sanitaria, nessuna rissa o sommossa civile, nessun incendio e un discreto rispetto della natura e delle persone.
Che poi molti si siano drogati pesantemente…beh! l’importante è che non compissero atti che potessero ledere gli altri e loro stessi, come mettersi alla guida. Ma perchè mai in un posto dove si può dormire su un qualsiasi prato?
Al prossimo anno!
Parte II | Testimonianze
Non posso dare un giudizio ben fndato sulla festa poichè purtroppo sono arrivato solo il 15 notte direttamente da Barcellona…comunque per quel poco che ho potuto vedere e sentire era tutto molto bello….ho parlato con diversi ragazzi e tutti hanno confermato la magia che si era venuta a creare grazie a questa festa.
Nel 2005 ero lì e ci sono stato per tutto il tempo…beh se l’atmosfera era la stessa allora consiglio a tutti coloro che sparano a zero sulle feste di farsi un giretto sottocassa…e accorgersi di come i “manichini” siano anche in grado di sorridere, di rispettarsi e di unirsi.
Il sindaco di Pinerolo dice che il prossimo anno questo party non si svolgerà più per nessun motivo…ahahaha…se non sarà più lì è perchè siamo già in un altra fantastica vallata a far sbattere i nostri piedi sulla polvere!
FUCK REPRESSION!
Inviato da keno — 17 Ago 2007, 19:32
Io sono appena tornato…e lo rifarei dieci cento mille volte…sporco…certo…non più di quello che lasciano tante famigliole nei picnic domenicali in giro per tutta Italia…certo più attenti alla natura di tanti abusivisti che deturpano aree protette (i sound inotlre mentre smontavano pulivano pure)…inutile la replica a “hashis e marijuana qui sono cose da sfigati” il giornalista si commenta da solo nell’ultima parola del suo messaggio…e che dire…a chi piace andare la domenica a messa lo faccia…nessuno di noi commenta…a chi piace andare alla giornata mondiale della gioventù dal papa…lo faccia che ce ne frega a noi…ma ricordiamoci che chi poi a questi eventi pulisce…chi controlla…chi organizza…lo fa anche coi soldi nostri (miei compresi)…allora pochi scazzi per qualche quintale di immondizia da pulire…perchè almeno noi abbiamo la decenza di non criticare…e l’energia è dentro la musica stessa…ma non mi predo a parlare di stati alterati di coscenza…commento semplicemente con un semplice…chi non conosce l’argomento farebbe meglio a non parlare nemmeno…chi vede le cose da fuori non capirà mai che cosa c’è dentro…fuck autority…e fate pure le vostre leggi…e arrestate la gente per i cd masterizzati…ma verrà il giorno in cui finirete tutti in un fosso…e quel giorno la libertà sarà reale e degna di tale nome…un sorriso
Inviato da MaD — 16 Ago 2007, 02:47
io sono stato lì 4 notti e 5 giorni non mi sono mai divertito tanto…. ho conosciuto tanta gente non abbiamo fatto niente di male alla cittadinanza e la mattina prima di andare via molte persone stavano pulendo…. se quel posto non è più di nessuno…perchè non farci una festa…
FREE PARTY IS NOT A CRIME…VOGLIAMO SOLO BALLARE E DIVERTIRCI!!!!!
FUCK POLICE AND REPRESSION!!!!
Inviato da francesco — 17 Ago 2007, 13:59
io ci sono stato sabato notte ed era bellissimo… si leggono un sacco di cazzate sui giornali (ad es. La Stampa) “Timide contromisure per scongiurare il pericolo saccheggi.” I ravers al massimo ti sgraffignano un paio di mele se sono in fame chimica e la zona pullula di alberi carichi…
L’unica cosa, nell’interesse generale, ma soprattutto della città di Pinerolo, 2 soli bidoni per l’immondizia NON bastano per un rave di queste dimensioni. La buona volontà di lasciare pulito da parte dei ravers c’è, dateci qualche mezzo in più.
Per il resto, splendido posto, splendida festa.
@marco: chi frequenta i rave NON si buca, le teste di cazzo che fanno uso di eroina sono le mele marce e gli organizzatori fanno da sempre campagna contro questo schifo di droga. Quest’anno posso dire di aver una sola persona armeggiare con un ago, e ancora ho dovuto scrutare bene bene nell’oscurità. FUCK HEROIN è il manifesto degli organizzatori, da sempre.
Per il resto, uscite in discoteca a Milano e la % di chi sniffa coca è uguale se non superiore a chi fa uso di mdma/speed/lsd nei rave.
Inviato da Hele — 15 Ago 2007, 22:25
salve a tutti..ho deciso di parlare del rave party a pinerolo..non so se ne avete sentito parlare..beh..tutti preoccupati per quest’orda di pancabbestia..e qualche gabberino..strano ma vero..cmq..stavo dicendo..tutti preoccupati..40 mila persone al galoppatoio di baudenasca! (dove le vede 40 mila??? O.o io vivo i vicino e ho dato un occhiata alla gente che gira..massimo massimo 12 -15 mila) gente che potrebbe saccheggiare supermercati da un momento all’altro..tutto ciò lo dice l’informazione italiana..e non quella locale..quella locale è peggio..qui sono tutti dei barotti che ti inseguono col forcone in mano..se li guardi male o se ti vesti un po skin o alternativo..mi spiace dirlo ma è così..il punto è che..io conosco alcune persone che sono a questo rave..ok ci girerà di tutto e di +..non è una palla inventata..anzi ci son bancarelle dove vendono ogni sorta di cosa..(io non ne uso..sia chiaro..) però..se non li guardi male..non ti attacchi briga..non fai il cretino..ovvio che ti lasciano in pace..e questo la gente dei paesi non l’ha capito e non lo vuole capire..forse xkè sentono hardcore notte e giorno..avete ragione..disturba..però se non gli rompete nessuno vi farà danno e vi lasceranno in pace..stamattina ero al supermercato..era pieno di gente del rave..e vedevi praticamente tutti che li guardavano malissimo..con disprezzo..mi stavo davvero arrabbiando..non è bello..non lo è x niente..è gente come voi e me..che ha un concetto del divertimento diverso dal nostro..e come in ogni gruppo ci sarà un testa calda..ma non sono gli altri che sono pacifici e ti lasciano in pace se tu non li stuzzichi e provochi che ti romponono le scatole..vorrei che queste poche righe siano di insegnamento a chi disprezza qualcuno solo se si veste un po più largo o stretto di loro..è gente come noi..e non va disprezzata..va rispettata per quel che è..e se trasgredisce va punita come ogni comune mortale..
https://web.archive.org/web/20200709141057/https://blog.libero.it/TECHNOFOLLIA/3117202.html
Parte III | Rav’Est
“Teknival” – Pinerolo – Italie
Teknitalie. On met les voiles vers Pinerolo, aux pieds des Alpes, pas si loin de Briançon.
Arrivée dimanche matin, sans aucun problème, l’info line est claire, le fléchage du lieu dit « Galapatoïo » évident. Pas âme qui vive, que des autruches et du maïs, des citronniers. On croise 2 voitures au plus. Il est 6h, mais tout de même. On tombe dessus presque étonné.
Teknitalie. Saliamo per Pinerolo, ai piedi delle Alpi, non così lontano da Briançon.
Arriviamo domenica mattina, senza problemi, la linfoline è chiara, la freccia dal cartello del luogo chiamato “Galoppatoio” evidente. Non un’anima viva, solo struzzi e mais, alberi di limoni. Incrociamo al massimo due auto. Sono le sei, ancora. Ci mettiamo a riposare quasi stupiti.
Le terrain militaire couvre plusieurs hectares. Les campeurs prennent leurs aises, s’installent ou l’humeur les portes. On opte pour les sous bois.
Il terreno militare copre diversi ettari. I campeggiatori si mettono a proprio agio, si sistemano o entrano con l’umore giusto. Optiamo per il sottobosco.
Dés 10h c’est le kanyar. Le soleil tape dur, on est un peu là pour ça ;)
Au réveil un camion vosgien est devenu notre voisin. La communauté tribe européenne est une toute petite famille.
Quando ci siamo svegliati un camion dei Vosgi (regione della Loira) è diventato il nostro vicino. La comunità tribale europea è una famiglia molto piccola.
Décor Mad Maxien, post apocalyptique. Le sol argileux tout sec se décompose en poussière grise, et se lève à la moindre brise, et là ça prend un coté tempête de sable … (Dimanche soir notamment, et les bâches mal fixées s’envolent…).
Le teknival passe d’une plaine herbeuse et ombragée à un désert aride argileux. Les sounds system sont regroupés dans l’« arène » caillouteuse. Avec le gris de la poussière, on ne peut s’empêcher de penser à la lune…
Scenario alla Mad Max, post apocalittico. Il terreno argilloso molto secco si decompone in polvere grigia, e si alza con la minima brezza, e lì assume un aspetto di tempesta di sabbia … (domenica sera in particolare, e i teloni sciolti volano via…).
Il teknival passa da una pianura erbosa e ombrosa ad un arido deserto di argilla. I sound system sono raggruppati nella sassosa “arena”. Con il grigio della polvere non puoi fare a meno di pensare alla luna…
Un fleuve presque à sec laisse son lit vide en fond, ça ajoute une touche extraterrestre au paysage. Avec tout autour les Alpes. Un vrai décor de cinéma.
Un fiume quasi secco lascia il suo letto vuoto sullo sfondo, aggiunge un tocco extraterrestre al paesaggio. Con tutto intorno le Alpi. Un vero set cinematografico.
Aucune organisation, aucun poste de secours, pas de citerne, pas de benne à ordure. Certains sont là pour se défoncer, et il n’y a personne pour les secourir en cas de pépin. Le soleil italien cogne sur nos casquettes, et l’eau n’est dispo qu’en pack de petites bouteilles à 8 €. Aucune gestion des déchets. Lamentable.
Nessuna organizzazione, nessuna stazione di soccorso, nessuna cisterna, nessun cassonetto. Alcuni sono lì per sballarsi e non c’è nessuno che li aiuti se qualcosa va storto. Il sole italiano batte sui nostri tappi e l’acqua è disponibile solo in una confezione di bottigliette a 8€. Nessuna gestione dei rifiuti. Deplorevole.
Je pense au Larzac 2003, pour le bordel, le mélange sound system / campeur / traveller, mais en 3 ou 4 fois moins peuplé, seulement une vingtaine de sons efficaces de dimanche à lundi, encore moins de lundi à mardi.
Penso al Larzac 2003, per il casino, il mix fra sound system / camper / traveller, ma 3 o 4 volte meno persone, solo una ventina di sound system effettivi dalla domenica al lunedì, ancor meno dal lunedì al martedì.