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I RAVER NON SOGNANO PIÚ

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Category: Esperienze

In questi post parlaremo delle nostre esperienze alle TAZ e ai free party.

Mecanik Reboot

Posted on 2020/04/02 - 2020/08/24 by bananatek

Era un po’ che ci parlavano della Loira e finalmente era arrivata l’occasione giusta per visitarla, o meglio, per visitare un hangar della Loira! Era tutto pianificato, dovevamo partire con un treno delle 14:30, poi un tram, 3 km a piedi e saremmo finalmente arrivati.

Forse ci siamo rilassati troppo, magari perché stavolta eravamo organizzati al meglio. Abbiamo perso il treno. A quel punto, dato che il nostro amico contatto non ci rispondeva, abbiamo ripiegato con un blablacar che sembrava passasse a pochi Km dalla festa. Arrivati al punto d’incontro il nostro autista, Guidò, aveva già tamponato prima di partire, innervosito da un nostro leggero ritardo. Una volta in auto non solo ci ha detto che quello era il suo primo incidente ma anche che doveva correre a casa per il compleanno del figlio e per quello ci avrebbe lasciato alla più vicina uscita dell’autostrada. Non potevamo tollerare 15Km a piedi alle 8 di sera. Per fortuna, Guidò, dopo averci giurato che non avrebbe più usato blabla ha accolto le nostre suppliche e ci ha lasciato “solamente” a 4 km dallo spot.

La passerella autostradale

Guidò, faceva trasparire nervosissmo da tutti i pori; lo potevamo sentire ancora sbuffare dopo essere scesi dall’auto. Non ci rimaneva che camminare 4 km di passerella autostradale. Nonostante ci stessimo avvicinando al punto della festa ancora non si sentiva rimbombare il muro di suoni; abbiam capito di essere giunti a destinazione quando in un angolino al riparo dalla luce dei lampioni abbiamo scorto un’auto della gendarmerie. Per un attimo abbiamo esitato un pochino poi ci siamo uniti alla prima comitiva e siamo entrati.

Dove parcheggiamo l’aereo?

Man mano che ci avvicinavamo alla musica, parlavamo con un tipo della comitiva a cui ci eravamo aggregati. All'”ingresso” c’erano alcuni della crew che chiedevano un’offerta per il sound e si raccomandavano di rimanere nelle sale designate senza invadere gli altri spazi. Dovrebbe essere buonsenso, che quando si occupa uno spazio altrui in festa non si dovrebbe imitare Dora l’Esploratrice, eppure, non mancavana gente che occasionalmente sbucava da altre sale.

Non eravamo pochi, circa 500 persone ma lo spazio dell’hangar poteva accoglierne tranquillamente un numero 20 volte superiore. C’erano due muri di casse a circa 100 metri, divisi l’uno dall’alrto da un muro (vero). Il primo su cui si alternavano Tekmanta, Electrocution, Passtek e Tekdown mentre il secondo, quello dove abbiam passato la maggior parte del tempo, La Rouste e Kosmo dove suonavano principalmente tekno.

Robin lamentava della pericolosa assenza di birre che avevamo dimenticato per la fretta. 20 minuti per ritrovarci con birra, keta e fumo. Birra e fumo li abbiamo rimediati da uno stand accanto l’entrata dell’hangar, mentre per la ketch abbiamo conosciuto due tipi in quello che era diventato il parcheggio.

Volevamo soltanto mezza busta, se si può parlare di busta visto che era in un improvvisatissimo involucro di carta, e per questo ci hanno accompagnato al Winnebago di Walter White. Fornelletti per terra e mille mila paraphernalia. I tipi vendevano di tutto tranne che, come si poteva intuire, erba! Ci hanno prestato un bilancino e ci abbiamo chiacchierato un po’. Chiuso il marsupio e via in direzione della musica.

Cyberpunk lenticchie

Fin dal momento in cui sei dentro al rave, le vibrazioni del suono non ti abbandonano per un istante, che tu sia steso per terra a fare un riposino o nell’angolo più remoto della festa. Questo è il momento del racconto in cui l’eccitazione derivata dalla musica, dall’ambiente, dallo spirito delle persone che ti circondano, ti accompagnano minuto dopo minuto nel vivo del cuore del sound. È come se tutte quelle ore di viaggio, il tempo consumato per cercare le info, la lunga camminata prima di raggiungere lo spot non avessero esaurito minimamente la tue energie ma anzi, esigono che il tuo corpo si muova sotto casse per ore, ore e ore.

Io e Robin non avevamo il minimo dubbio di iniziare dal set di LaRouste; avevano decorazioni e luci al neon che creavano un ambientazione piuttosto cyberpunk, perfettamente inserita nel contesto di un hangar abbandonato! Tutta quella scena è stata spezzata nel momento in cui ci siam fermati per mangiare un piatto di vernacolissime lenticchie che Robin aveva preparato prima di partire.

Un altro dei momenti in cui, seppur per una sola ora, ci siamo allontanati dalle vibrazioni del muro è stato per fare un riposino, o meglio, riposare il corpo e godere degli effetti dissociativi della ketamina.

Il momento del completo risveglio è sopraggiunto quando io e Robin ci siam guardati, prendendo coscienza del fatto che stavano suonando della fortissima drum ‘n’ bass. Entusiasti ci siamo tuffati di nuovo nella folla, per rimanere delusi dopo pochi secondi dal cambio di genere. Non sai mai quando quale è il momento giusto per fare una dormita ad un rave.

Considerazioni

È difficile rispettare i livelli di pulizia dell’Inna Bad Fusion ma tutto sommato la gente è stata abbastanza pulita, ad eccezion fatta per quei pochi con il vetro che, spaccandosi a terra, lacera i sacchetti dell’immondizia creando sporcizia. Se c’era qualcosa che andava davvero contro lo spirito della TAZ era quella manciata di persone che erano venute con l’intento di lucrare: c’era chi vendeva sigarette di contrabbando, chi venuto con il camioncino per spacciare e vendere cibo, senza parcecipare minimamente alla danza collettiva, e quelli che andando contro le direttive del sound system curiosavano in giro setacciando ogni angolo delle stanze chiuse dell’hangar. Un ultimo rimprovero va a quelli che tenevano sempre il cellulare in mano, scattando in continuazione foto in giro, ad un certo punto sembrava quasi di stare ad un matrimonio o una prima comunione.

Per quanto riguarda il sound tutti i complimenti per la qualità e la mescolanza di set. Io e Robin siamo ancora dispiaciuti per aver perso il treno e aver lasciato a casa i sacchetti per l’immondizia, ma soprattutto, di aver perso il set drum ‘n’ bass.

Abbiamo conosciuto un buon numero di anime buone, tra cui alcune molto giovani che hanno neutralizzato le bad vibes di quei quattro cazzoni che hanno provato ad iniziare una rissa. La mattina, non mancava il gentile sorriso della gendarmerie che ha coronato una bellissima notte consumatasi di fronte al sound di LaRouste e Kosmo.

Se c’è una cosa che abbiamo imparato da questo rave è che non è mai troppo tardi per imparare ad andare sui pattini, e che sì, le quattro di mattina in un hangar della Loira sono il posto perfetto per cominciare.

Posted in Esperienze

Inna BadFusion – Rezet Crew x FDM Freax

Posted on 2020/02/16 - 2020/09/19 by lasagnatek
flyer

Road to Freiberg

Era un mese che insistevo con Joe per i biglietti. Aereo, treno, bus,blablacar, insomma tutti i mezzi possibili, anche la bici se ce ne fosse stato il bisogno. Abbiamo saputo della festa a Freiberg ad inizio Gennaio ma non sapevamo davvero cosa aspettarci. Sarà stata la voglia di avere un’altra storia da raccontare e così ci siamo decisi a rompere il salvadanaio e capire quante banconote avremmo dovuto bruciare per raggiungere quel paesino in Sassonia. Ci erano giunte voci che il sound della crew fosse eccellente e eravamo molto attratti dalla possibilità di star così vicino alla Cechia, che è risaputo essere l’epicentro dei free party. La scelta per la prima tratta è ricaduta sul bus,partenza da Bercy alle 7 di sera, prima tappa Berlino. Passare la notte in pullman ci è sembrato il modo migliore per risparmiare qualche soldo e far scivolare veloce la noia dell’autostrada.

Alle 8 del mattino eravamo già in metro a discutere di quanto quella scatoletta gialla che ci stava trasporando sembrasse un giocattolo per infanti. Siamo scesi ad Alexanderplatz, completamente ignari di dove dirigerci e guidati solo dal titolo di un libro. La prima tappa è stata una biblioteca. Avevamo bisogno di lavarci, bere un caffè a poco e organizzare le idee. Una volta superato l’imbarazzo del lavarsi i denti fra gli sguardi degli studenti ci siam fatti il nostro spazietto in quella che era una sala ancora vuota.

La Germania non è uno stato da visitare in quei periodi dove soffri di bassa autostima. Sono tutti bellissimi e perfetti, la gente non ha nessuno dei vizi che ti rimproveri e riescono pure a ricambiarti gli sguardi senza la minima ombra di disagio. Siamo stati fino alle 4 o 5 di pomeriggio immersi nei nostri impegni. Joe aveva del lavoro da finire e io dovevo studiare per un esame che poi ho dato due giorni dopo.

Ci saremmo schiantati di nuovo alla Berliner Stadtbibliothek al ritorno.

Tornati alla stazione nel pomeriggio ci siamo affidati ad un altro bus per raggiungere Dresda. Eravamo solo in quattro eppure quei due colombiani non hanno mai spento il cellulare. A quanto pare è regola che in ogni bus ci sia almeno qualcuno che passa tutto il tempo con la musica trash e non vuole proprio sapere cosa siano delle cuffie. Almeno stavolta non avevamo bisogno di dormire. Da Dresda, dopo un piccolo salto al supermercato ci siamo infilati in un treno per Freiberg. Qua abbiamo iniziato a riconoscere qualche faccia di gente che poi si
sarebbe unita a noi in festa. A quei primi segnali di riconoscimento, ai primi sguardi complici con chi in silenzio condivide il tuo stesso obbiettivo, segue quello stato di esaltazione che rende piacevole anche l’attesa prima dell’arrivo.

Siamo rimasti un po’ inquietati da un bambino fra gli 8 e i 10 che ci ha chiesto delle monete in un inglese perfetto.

Quei tre chilometri in salita per arrivare al capannone dopo il cimitero ci sono sembrati due passi dopo esser partiti da un’altra nazione.

Erano le 9 e 30 di sera, computer e libri nello zaino, acqua e un po’ di cibo, eravamo finalmente davanti al muro.

 

Technokultur

Due: poliziotti e grammi di ketamina nel marsupio. Con la polizia è sempre un terno al lotto ma di solito sanno che la gente in festa non cerca rogne e può esser tranquillamente lasciata in pace. La polizia tedesca lo sa meglio di tutti. Io mi stavo imparanoiando, avevo quella roba addosso, non parlo il tedesco ed ero piuttosto lontano da casa per tirar fuori una scusa plausibile.

E poi cosa ci facevo con tutta quella ketamina? Un tipo magrolino in piedi davanti al falò ne aveva da vendere ma a quanto pare nessuno gliela stava comprando, e così, non avendo neppure il resto da darci, ci aveva allungato due buste per quaranta.

La polizia è apparsa in tutto tre volte, prima alle nove, poi verso la mezzanotte e infine la mattina alle 8. Per la prima volta con Joe abbiamo assistito ad un rapporto completamente diverso con la sbirraglia. Hanno chiesto di abbassare la musica ed entrambe le volte la crew li ha accontentati. La mattina hanno deciso che ormai bastava e fatto sapere alla crew che doveva staccare o si sarebbero mobilitati per sequestrare l’attrezzatura. Niente intimidazioni, niente violenza, sempre gli stessi due poliziotti che non hanno chiesto neanche un documento o fatto una domanda. Insomma, entrambe le parti erano estremamente coscienti di quello che stava succedendo e avevano il desiderio di far finire tutto per il meglio. Per una volta non è stata l’ennesima storia di droga e polizia.

Una persona molto meno prevedibile dei due poliziotti era il Contadino. Abbiamo conosciuto il Contadino bevendo la nostra birra poco dopo essere arrivati, lui era indaffarato a preparare un falò. Ci ha accolti molto calorosamente, come ci si aspetta da chi prepara il falò e sembrava conoscere tutti. Parlava un cattivo
inglese, e quando non lo capivamo scoppiava a ridere come un pazzo. Aveva in mano una bottiglia di distillato che non mollava mai se non per fartelo provare.

Quando si è reso conto che avevamo con noi uno zaino enorme si è offerto di sistemarlo dentro il suo rimorchio dal quale aveva scaricato la legna per il fuoco. In quel momento arrivò una donna bionda, Marsh, con un grandissimo bellissimo dalmata. È stato l’unico cane che ci ha fatto compagnia durante la festa, e per poche ore perché poi Marsh ha voluto riportarlo a casa. Saggia scelta.

Chiaramente non abbiamo rifiutato la proposta del Contadino, scemi, non ci convinceva troppo ma non eravamo nel mood per rifiutare. Il Contadino ci ha anche spiegato che il posto era il suo.

Uno zaino in meno, ci rimaneva una sacca con la birra e l’acqua che puntualmente finiva abbandonata sottocassa. Non che noi ci allontanassimo troppo dal muro. La musica è stata stupenda, non hanno smesso un secondo di suonare dal vivo e con una maestria rara. Il volume ben lontano dall’assordante e l’impianto di qualità. La gente della crew girava sempre con delle torce strette fra i denti o legate in testa.

Dentro al capannone c’era solo un bancone dove si vendeva birra e uno shoppino con il merch della crew ceca, FDM Freax. Nei muri c’erano poster antifasciti, striscioni delle due crew, sui tavolini flyer per la festa successiva. Ogni volta che ci guardavamo in giro non riuscivamo a intravedere nessuno che si drogasse in alcun modo. Niente canne, pochissime sigarette e i mozziconi non finivano neanche per terra. Io e Joe ci rifugiavamo in bagno, e molti altri finivano lì a tirare o fumare. Che strano non farlo in pubblico accanto al sound. I bagni erano estremamente puliti e son rimasti tali per tutta la serata. Ora ci stiamo pentendo di non aver fatto una foto alle 9 del mattino, non ci si crede. In realtà si può dire che l’ordine e la pulizia siano stati il mantra della serata.

Non ci sono stati litigi, sguardi storti, degrado e incazzature di alcun tipo. Tutte le persone ci spiegavano che preferivano drogarsi in angoli poco visibili per lasciare un’atmosfera più rassicurante. Non so dire se fosse il fatto che tutti si conoscessero e fossimo capitati al ritrovo dei groupies di Rezet, ma sicuramente abbiamo vissuto l’atmosfera più familiare e tranquilla di sempre.

Tutti erano interessati a conoscerci, ci chiedevano il motivo del lungo viaggio e ci aiutavano qualsiasi cosa chiedessimo. Joe decise di barattare un po’ della troppa ketamina con l’erba. In due secondi si è allontanato con una tipa che si è offerta di scovarla con lui. La ketamina sembrava interminabile nonostante quanta ne avessimo regalata per un po’ d’erba.

Tornati al caldo del falò abbiamo conosciuto una coppia simpaticissima, Jane e Charlie, con i quali abbiamo passato il resto della serata. È grazie a Charlie che quando ci son salite le paranoie per lo zaino finito chissà dove ci ha aiutato a districarci nela situazione. Quando siamo riusciti a ritrovare con Marsh le chiavi del lucchetto per la porta del rimorchio non siamo riusciti a tirare davvero un sospiro di sollievo nonostante lo zaino fosse lì davanti ai nostri occhi: il
fratello del Contadino era stato chiuso lì dentro e ci fissava con i suoi occhi vitrei. Abbiamo chiuso immediatamente e smesso di farci domande sulla vita del Contadino e compari.

Charlie e Jane sono delle buone anime. Sono stati i nostri compari per tutta la serata e speriamo di imbatterci di nuovo in loro, davanti a qualche altro muro magari.

Quella mattina, poco dopo le sette, hanno staccato la musica di colpo e ci siamo accorti che fuori c’era già la luce. Abbiamo raccolto le idee e fatto un ultimo giro di saluti. Ce ne siamo andati, passando oltre l’auto dei due poliziotti, la gente dietro di noi stava preparando del cibo sul fuoco.

Per tutto il viaggio di ritorno non abbiamo smesso un secondo di ripeterci quanto ne fosse valsa la pena.

Considerazioni

Al rave di Freiberg riteniamo di non aver sbagliato troppe cose e la situazione era abbastanza tranquilla per poterci permettere di essere spensierati tutto il tempo. Una ragazza ha lasciato zaino e portafoglio sotto una panca e li ha ritrovati dopo ore nello stesso posto.

Al contrario di molte esperienze passate, due litri d’acqua son bastati perché ognuno ne era provvisto. Ci eravamo dimenticati i sacchetti per l’immondizia ma non ce ne è stato bisogno, ce ne erano molti e la gente ci stava piuttosto attenta.

La mattina prima di andarcene non sapevamo più che fare di tutta quella ketch. Ce ne era avanzata mezza busta ancora e ne avevamo regalata quanta possibile. Ne abbiamo discusso un po’ e poi abbiamo seguito la nostra regola d’oro: mai uscire dalla festa con della droga. L’abbiamo buttata.

la mattina

Rezet e FDM sono stati un eccellente esempio di autogestione.
Sicuramente molto del merito va a chi li segue. Anime dolci e gente
calorosa, tutto il contrario della solitudine di cui si macchiano
certe feste.

Niente degrado solo sorrisi, fuoco e giuste vibrazioni.

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