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I RAVER NON SOGNANO PIÚ

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Month: November 2022

L’intervento del progetto Neutravel al rave di Stupinigi

Posted on 2022/11/21 - 2022/11/22 by bananatek

Non sono stato a Tavolaia, al Bordel 23 e non ho partecipato allo Space Travel, il teknival a Viterbo. Dopo quello che è successo al Reborn Tribe ad Altopascio ero rimasto così deluso dalla scena che ho voluto per un lungo periodo non prendere parte a nessuna festa in Italia. Per i quindici anni dei Revolt 99 ho deciso di accantonare questa decisione.

Fine ottobre, nord Italia,Con SPU, Tourista, Pandemia, Cronik, Trackerz, No System. Support KK

Avrei tanto da raccontare, a partire dal momento in cui mi è arrivato il messaggio, il viaggio in treno e il meeting point a Montpellier, fino al momento in cui ho salutato la festa, dopo i tre giorni e dopo l’identificazione da parte delle forze dell’ordine.
Non racconterò però nulla di tutto ciò perché voglio mettere in luce il lavoro dei collettivi italiani di riduzione del danno (RdD). Segue un’intervista ad A., un operatore della riduzione del danno, volontario per il Progetto Neutravel.

Quest’intervista si è svolta nell’arco di un paio d’ore durante la festa per i 15 anni dei Revolt 99, tenutasi a Stupinigi il 31 Ottobre 2021.

Ciao A.! Puoi descriverci brevemente qual’è l’obiettivo di un collettivo di riduzione del danno?

Ciao! L’idea di fondo di un collettivo di RdD si basa sulla teoria del outreach : raggiungere il pubblico target nel suo “ambiente naturale”, dove i comportamenti pericolosi vengono messi in atto, per ridurre i danni e limitare i rischi nei contesti del divertimento notturno quali rave party, goa party, grandi eventi di musica elettronica e club. Siamo un’unità mobile che lavora in contesti di consumo e spaccio e nei luoghi del divertimento giovanile. Questa sera in particolare siamo più di trenta persone provenienti da Toscana, Emilia, Umbria, Campania, Veneto e naturalmente Piemonte.

Che formazione hanno gli operatori?

Il team di Neutravel è formato da assistenti sociali, psicologi, educatori, e chimici. I volontari, proveniente da svariati contesti giovanili in tutta Italia, seguono un percorso di formazione erogato dalla nostra equipe precedentemente agli interventi.

Quale è stata la prima cosa che avete fatto a questa festa?

Le prime persone con cui abbiamo interagito sono stati poliziotti e carabinieri, che hanno bloccato tutti e tre gli ingressi al capannone dove si svolge l’evento. Dato il numero ingente di forze dell’ordine e i tafferugli con alcuni dei partecipanti abbiamo atteso cinque ore prima di poter entrare con i nostri mezzi negli spazi della festa. Questo è anche dovuto allo scarso riconoscimento mediatico che ci viene riservato, e che rende difficile il dialogo con le autorità in servizio alle feste.

Una volta parcheggiati due dei nostri mezzi, un camper e un furgone, ci siamo divisi in due squadre. La prima squadra si è occupata di passare in ricognizione gli ambienti più affollati della festa alla ricerca di pericoli strutturali, in un capannone abbandonato da più di vent’anni è infatti facile trovare vetri pericolanti, cavi esposti e buche. La seconda squadra invece si è occupata di trovare lo spazio più adatto per il tendone della chillout e del drug checking, per poi montarli.

Chillout, drug checking, di cosa vi state occupando a questa festa?

Chillout e drug checking sono forse le due attività più visibili fra le varie cose che facciamo. La tenda della chillout è lo spazio più sicuro della festa. Qui molti dei partecipanti vengono per riposare, trovare uno spazio dove scaldarsi, bere e mangiare succhi di frutta e snack vari che distribuiamo. Ci sono anche delle barelle dove gli operatori sistemano alcune delle persone che si sono sentite male, ma non necessitano di ospedalizzazione.

Opposta alla tenda della chillout c’è la tenda del drug checking dove, in totale anonimato, molti ragazzi testano le sostanze che si sono portati o che hanno comprato in festa. I nostri operatori utilizzano alcuni strumenti come la spettroscopia Raman, o i reagenti di Ehrlich, Froehde, Marquis, Mandelin e Liebermann, e le loro conoscenze specifiche per controllare che la sostanza che si vuole assumere sia effettivamente quella desiderata e che non contenga impurità o tagli, ovvero che non sia qualcosa che la persona non si aspetta, come ad esempio le designer drugs.

In entrambi gli spazi sono presenti continuamente alcuni dei nostri operatori che si occupano di fornire depliant informativi e nozioni sulla pericolosità delle sostanze, ma anche tutto il materiale necessario per il loro corretto utilizzo. Utilizzo che noi non incentiviamo in nessun caso, ma dato che il consumo spesso è inevitabile, facciamo il possibile affinché questo avvenga in sicurezza. Fra le varie cose distribuiamo:

  • chewing gum, per ridurre la tensione mandibolare tipica delle sostanze anfetaminiche
  • pippotti monouso, per evitare che gli oggetti usati per sniffare vengano riutilizzati e siano vettore di malattie infettive
  • soluzioni saline, per la pulizia delle narici
  • carta stagnola, usata per bruciare alcune sostanze in modo che non vengano utilizzati materiali di recupero pericolosi da maneggiare

Non tutto il materiale distribuito riguarda le sostanze illegali: ci sono anche preservativi e depliant informativi sulla dipendenza da nicotina, il fenomeno delle smart drugs e le malattie sessualmente trasmissibili.

Alcuni degli operatori tengono sotto osservazione le zone più frequentate assicurandosi che nessuno dei veicoli blocchi la strada per l’ambulanza e che non ci siano pericoli strutturali come quelli elencati prima. Dato che in Piemonte c’è un protocollo regionale atto a garantire il supporto sanitario di base in contesti a rischio come questi ci stiamo occupando di coordinare l’intervento dell’unità mobile di primo soccorso e di ridurre il numero di chiamate improprie al 112.

Oltre a questo alcuni dei nostri operatori si occupano di “counseling”, ovvero offrire supporto tramite una consulenza psicologica legato all’utilizzo di sostanze, dipendenze e stati alterati di coscienza, in uno spazio sicuro e non giudicante. Per chi usufruisce di questo servizio esiste anche la possibilità di continuare il percorso presso le sedi dei collettivi di RdD, negli spazi che noi chiamiamo “Intermedium”, ovvero dove si fa vero e proprio supporto psicologico.

Hai parlato di pubblico “target”. A questo rave, chi è il vostro pubblico target?

Negli anni 2000 Xsephone scriveva:

Difficile definire un modello, un campione del raver. Chi partecipa assiduamente a questi eventi ha un’età imprecisata, tra i 15 e i 50 anni. È il figlio occhialuto dei vicini di casa dall’aspetto pulito e la mania del computer. È la ragazza della porta accanto con i dreadlocks e la passione per la techno, e che, nel tempo libero, si esercita per diventare una DJ. È il ricercatore universitario impegnato attivamente nei centri sociali. È l’apprendista elettrauto tatuato e pieno di piercing che lavora dal meccanico in fondo alla strada, è il web designer della casa di fronte, è il traveller in continuo movimento per il mondo, ma soprattutto è colui che non si definisce tale.

Molly Macindoe, fotografa inglese, mostra una scena composta da un pubblico molto eterogeneo nel suo libro Out of Order. In questa raccolta compaiono dieci anni di fotografie scattate ai free party e si possono vedere adulti di ogni età, adolescenti e anziani traveller. I media tendono però a deumanizzare queste persone, riducendole a zombie che escono dalle tombe solo nel weekend.

Interessante! Ma non hai davvero risposto alla mia domanda. Puoi mostrarci almeno il volto di uno dei partecipanti di questa festa prendendo come spunto uno degli interventi?

Fino ad’ora l’intervento che più mi ha colpito è stato quello di questa mattina con un ragazzo di nome A.. A. si era presentato la prima sera all’infopoint chiedendo se fosse possibile utilizzare la ketamina liquida senza iniettarla. Dall’aspetto e dall’incertezza con la quale si è rivolto a noi ho capito subito che si trattava di un ragazzo molto giovane, probabilmente ad una delle sue prime feste.

Avvicinandomi ad A. per offrire le mie prime risposte gli ho dapprima chiesto se avesse già fatto uso di sostanze e se ne fosse sotto l’effetto in quel momento. Le grandi pupille e la temperatura del polso più alta della media hanno confermato le sue parole: MDMA.

L’MDMA è una sostanza dagli effetti irrefrenabili, che assopisce qualsiasi altro desiderio fisico di “sballo” ulteriore. Quando invece il soggetto abusa della sostanza e sviluppa una forte tolleranza, queste sensazioni travolgenti vengono meno ed è più comune cercare di potenziare l’esperienza tramite l’assunzione di ulteriori droghe, che ne possono incrementare l’effetto così come anche la tossicità. Da una persona giovane come A. non ci si aspetta una potente assuefazione alla MDMA, eppure la sua irrequietezza e le insistenti domande sulle altre sostanze hanno fatto scattare un campanello d’ allarme. Una risposta dopo l’altra e l’ho convinto a tornare da noi la mattinata successiva.

Il giorno successivo A. ha mantenuto la promessa e mi ha raggiunto al banchetto della riduzione del danno quasi al termine del mio secondo turno di otto ore. Ho chiesto un permesso e con A. ci siamo allontanati verso la tenda della chillout. Io già al secondo caffè, per A. una sigaretta e tanta acqua. La dose che mi racconta di aver assunto riscontra da parte del suo corpo una fortissima tolleranza; A. stesso ne avverte i sintomi: palpitazioni, mascella bloccata o denti che digrignano e, soprattutto, il forte bisogno di assumere un’ulteriore “pasta” dopo neanche un paio d’ore dalla prima. Le “paste” mi spiega, sono l’unica droga che ha provato oltre alla marijuana. Da quella prima volta, solamente sei mesi fa, l’MDMA ha accompagnato ogni sabato passato a ballare in uno dei tanti locali di Torino che nonostante le restrizioni per il covid riescono a mascherare la musica alta.

A. mi ha spiegato che sono il primo con cui parla del suo rapporto con l’MDMA. Con i suoi amici non riesce ad aprirsi sull’argomento, anzi spesso avverte solo pressione da parte loro. Passiamo una buona mezz’ora a parlare di quale sia un dosaggio “sano”, di metodi di assunzione con minor rischio e soprattutto del tempo che il nostro corpo ha bisogno per recuperare dopo un’esperienza così pesante. Sembra controintuitivo, eppure la responsabilizzazione e la salute sono una diretta conseguenza dell’informazione, non della punizione.

Ho salutato A. dopo avergli spiegato come funziona il counseling psicologico e penso di averlo convinto a continuare la conversazione che abbiamo avuto con il personale specializzato di Neutravel a Monkey Island, dove ogni venerdì offriamo supporto su queste tematiche.

Wow, immagino che la vostra presenza all’interno del rave sia rassicurante per molti

Non solo, ma anche al di fuori del rave! Uno dei miei colleghi qualche ora fa ha soccorso una ragazza che si è rotta una gamba per colpa di una buca. Mentre la tranquillizzava ha chiamato l’ambulanza, con la quale noi operatori di Neutravel abbiamo un contatto diretto durante questi eventi. Uno dei motivi di agitazione della ragazza era la bugia raccontata ai genitori, che credevano che si trovasse ancora in città con gli amici. Il mio collega l’ha convinta a telefonare al padre e alla madre e ha mediato fra i tre una volta che questi hanno raggiunto l’ambulanza.

Anche quest’anno l’equipe di Neutravel sarà presente alla rave della notte delle streghe. Al di fuori della logica del noi contro loro
tipica dei media mainstream, ancora una volta Neutravel garantirà l’importantissimo diritto alla salute alle migliaia di ragazze e ragazzi provenienti da tutta Italia.

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Posted on 2022/11/21 - 2022/11/22 by bananatek

Prologo

Volontario per Neutravel al Kappa Future Festival ho finalmente conosciuto Selene, la più giovane tirocinante di Neutravel. Nelle pause fra un turno e l’altro Selene ha esaurito tutte le mie domande sul ruolo dell’assistente sociale, figura professionale oggetto del suo corso di studi. Selene è all’ultimo anno e la sua passione per il suo futuro lavoro è dimostrato dall’audacia ad aver scelto di compiere nel percorso di tirocinio in una delle poche associazioni che si occupa di Riduzione del Danno. Sono passati sei anni da quando la riduzione del danno è stata inserita tra le prestazioni che devono essere garantite dal Servizio Sanitario Nazionale ma ancora non si hanno indicazioni precise rispetto alle attività, ai servizi ed alle prestazioni specifiche di questo servizio. Non mi stupisce, la questione sanitaria del consumo di stupefacenti, sia in contesti ricreativi che in situazioni di dipendenza, è ancora ignorata dallo Stato. D’altronde questi temi sono nascosti all’attenzione pubblica dai media che quando si interessano di questi temi è spesso con l’intenzione di creare un mostro sul quale si può vincere solo fuggendo o punendo.

La Francia ha preceduto l’Italia legittimando fin dal 2004 l’intervento delle associazioni di riduzione del danno come Neutravel. C’è un supporto molto forte da parte delle istituzioni francese, che riconoscono nel dettaglio le pratiche di riduzione del danno nei contesti a rischio e protegge con l’impunità penale l’intervento di queste associazioni anche in contesti di illegalità come i free party. In ultimo il comune di Parigi da sostegno economico alla associazione di riduzione del danno più grande, Techno+.
È proprio nell’area chillout di Techno+ ad una delle recenti feste in Bretagna che ho conosciuto Doma. Doma è più giovane di me ma ho riconosciuto subito in lui lo spirito di avventura che lo ha spinto a raggiungere il nord della Francia partendo dal sud Italia. All’ombra della tenda della chillout ci siamo riparati dall’aggressivo sole estivo e per più di un’ora Doma mi ha permesso di registrare le sue parole veloci ed intense. Da quella registrazione ho voluto comporre una cornice alla intervista a cui ho sottoposto Selene, spremendola in ogni dettaglio sulla sua esperienza come operatrice di riduzione del danno al free party di Pasqua che si è tenuto quest’anno nel comune di Murlo. Il rave, in occasione dell’anniversario dei quindici anni dei Circus Bandits ha visto la partecipazione di circa quattromila persone. Nel flyer compaiono nomi storici della scena underground italiana e nomi più nuovi. È stata la seconda volta che collettivo di Gangik Acid ha compiuto un lungo viaggio dalla Spagna all’Italia. Prima di allora il loro inconfodibile sound system verde aveva riempito di musica le campagne italiane in occasione del tanto controverso rave party di Ferragosto a Viterbo, al quale anche Neutravel aveva partecipato.

In questo blog posso permettermi di raccontare l’esperienza di questi due ragazzi senza rispondere a nessuna autorità. Per questo ho lasciato che fosse proprio il racconto sincero ma anche crudo di Doma ad accompagnare la ricca e complessa esperienza di Selene.

Doma

Due e venti di notte, ultima strofa di Fabri Fibra in “Fuori Norma”, coincidenza perfetta. Pensavamo di essere quelli che avevano fatto fin troppa strada, partiti dalla bassa Campania di primo pomeriggio, ma quando abbiamo parcheggiato accanto a tre auto targate Francia ci siamo ricreduti immediatamente. Quattro chilometri dal sound system, ci incamminiamo.

Avremmo preferito parcheggiare il più possibile vicino all’area della festa ma c’erano fin troppe pattuglie in giro. È prassi, a piedi non si viene fermati ma tocca mollare molta della roba in auto. Nei prossimi giorni il cibo, l’acqua e per i meno organizzati anche i sacchi a pelo e le tende ci mancheranno; per ora, mentre facciamo i primi passi nella festa, è solo un pensiero lontano.

Una ragazza toscana ci guarda quasi sghiggnazzante e ci sfotticchia per gli zaini arrabbati che io e il mio amico Vincenzo ci portiamo dietro. “Da dove venite?”, ci chiede; mi sfugge una risposta mentre mi accorgo del suo viso gioioso, interrotto solo da un piercing ad “U” rovesciata sul naso, di forma opposta rispetto al sorriso calmo ed enorme.

Non è passata neanche un’ora e già ci ritroviamo in quattro: si sono aggiunte Teresa e Giuditta, le nostre due nuove compagne. So già che lunedì i giornali parleranno degli zombie, dei tossici, delle sporche e dei violenti che hanno occupato un terreno per mascherare la ricerca dell’ennesima busta. Un mondo parallelo, una storia che questa sera non mi tocca perchè ovunque mi giri all’interno della festa sono circondato da persone che mi accolgono con i loro racconti, la loro multiculturalità e mi affascinano con la loro sessualità che non si nasconde da nulla se non dalle norme.

Non è la mia prima festa e non voglio certo mentirmi, alcuni degli individui catturano in pieno la descrizione dei giornali, cercano l’euforia di una nuova linea. Ma non sono io, non siamo noi, piccola comunità itinerante che celebra la propria unicità danzando intere notti su terreni in disuso o all’interno di capannoni abbandonati. Costruiamo palchi e improvvisiamo arte e musica in luoghi ancora ignorati dalla gentrificazione, restituendo temporaneamente vita a questi posti altrimenti sempre grigi.

Selene

Il poliziotto alza la visiera del caschetto e percepisce un clima diverso da quello che il manganello voleva. Qualche poliziotto alza la visiera e nei volti dei partecipanti alla festa capisce che quello a cui sta assistendo non è un momento di abbandono rispetto alla società, un momento di violenza nei confronti delle istituzioni. Nei volti di molti partecipanti si legge la volontà positiva di trovare un’alternativa all’ennesimo aperitivo nei bar e a tutte le mani morte che turbano la danza nelle discoteche. Sono molte le persone che si fanno strada fra i poliziotti, quasi una gara di slalom. Questi sono i giovani che sperimentano delle forme nuove di socialità, non mediate dalla logica del profitto. Non si venera nessuna celebrità, nessun divo che dalla cima di un palco ci dice che drink bere e che tag usare sui social.

Non stupisce allora che molti dei poliziotti quella sera abbiano capito che noi operatori della riduzione del danno rappresentiamo lo Stato meglio di quanto la divisa possa fare nel contesto di un free party.
I nostri volantini pieni di spiegoni informano meglio di qualunque manganello sulla pericolosità, spesso fatale, di mischiare ketamina ed alcool. I nostri servizi di supporto psicologico, considerato uno dei quattro pilastri fondamentali dalla politica europea relativa al consumo di stupefacenti, non discriminano quanto i verbali consegnati a molti partecipanti alla fine della festa.
C’è stata consapevolezza da parte delle forze dell’ordine sul fatto che Neutravel rappresenti un altro punto di vista delle istituzioni, quello volto alla consapevolezza dei comportamenti a rischio, alla prevenzione delle dipendenze e all’informazione sull’uso degli stupefacenti.

Per questo motivo c’è stata mediazione e collaborazione con gli agenti di polizia che ci hanno permesso di entrare nell’area adibita alla festa in cui ci siamo presi uno spazio da dedicare ai nostri servizi: l’area chillout, il banchetto informativo e di prevenzione sugli stupefacenti e su tutto lo spettro dei comportamenti a rischio legati ai luoghi del divertimnto. Pezzo finale, la tenda del drug checking.
L’area chillout è la zona di tranquillità che accoglie chiunque voglia allontanarsi dalla frenesia del muro di casse, dalla pesantezza del volume alto. È il posto dove non si possono usare sostanze, fumare o bere. Per tutta la notte nell’area chillout abbiamo accolto molti giovani che sono arrivati impreparati ai tre giorni di festa. Diamo le coperte termiche, il cibo e soprattutto l’acqua. Disinfettiamo le ferite e, in una zona più appartata della chillout, teniamo sotto controllo le persone che hanno fatto un uso pesante di droghe e sono a riposare sulle nostre barelle. Da questa descrizione, se si da retta ai giornali, l’area chillout sembrerebbe una sorta di “antifesta” ma non lo è affatto: è qui che molti si mettono alla prova con la socialità della festa. Mille lingue, nuovi incontri, la musica diventa un sottofondo rispetto alla necessità primaria dell’uomo.

Un po’ lontana dall’area chillout c’è il tendone adibito al drug checking. Alla fine dei tre giorni segneremo che 78 persone avranno testato le loro sostanze e fatto uso del counseling che segue ogni test. Per ognuna delle persone che dentro quella tenda hanno compilato il questionario fornito dai volontari di Neutravel potevo contare sempre altre 4 o 5 persone a far gruppo al di fuori della tenda, aspettando incuriositi il risultato del test. Per i più interessati c’è la spiegazione scientifica: la “busta” viene sottoposta ad un’analisi spettrometrica tramite un piccolo ma costoso apparecchio chiamato “Raman“. L’entità dell’assorbimento della radiazione luminosa da parte del campione sottoposto viene confrontato con un database contenente la “traccia” spettrometrica di centinaia di sostanze. Il Raman permette di capire quali sono le sostanze contenute in una busta, droghe e tagli: un’analisi, detta qualitativa, che permette di capire di cosa si sta facendo uso, ma non in che quantità.

La parte fondamentale del drug checking avviene dopo che una sostanza viene analizzata. Senza sollecitare l’uso della sostanza i volontari di Neutravel chiedono in che modo è avvenuto l’acquisto, quale sia l’esperienza che si cerca nella sostanza e quale sia il livello di consapevolezza dell’utente una volta che è più chiaro che sostanza ha acquistato. Il volontario innanzitutto informa sui comportamenti a rischio relativi agli effetti della sostanza, quali siano le interazioni pericolose e fatali, i primi sintomi che avvisano di un possibile abuso. Oltre a questo il volontario di Neutravel si accerta che in ogni busta non siano presenti sostanze di taglio pericolose, come il NBOME, il mefedrone o i cannabinoidi sintetici, spesso presenti nel mercato degli stupefacenti nonostante la loro pericolosità. Se una di queste sostanze spesso fatali viene rilevata durante la fase di test tutti i volontari di Neutravel si preoccuperanno di informare ogni partecipante, distribuendo volantini all’interno festa e lanciando messaggi di allarme sui social network.

Data la paura di essere aggrediti dall’opinione pubblica gli organizzatori di eventi legali del mondo della musica elettronica come Movement, Club2Club e Kappa Future Festival a Torino, non permettono agli operatori di Neutravel di eseguire il drug checking. Il drug checking è tabù, tabù legato all’idea che una polvere bianca, senza provenienza e senza nome, non verrà ingerita. Per chi usa droghe non è così perchè l’esperienza personale, seppur fallace, e le dinamiche di gruppo hanno la meglio. Qui si inserisce l’operatore della riduzione del danno, che con la sua autorità preceduta dalla sua esperienza restituisce consapevolezza sul valore di ciò che è stato appena acquistato da uno dei tanti spacciatori.
Il lavoro degli operatori di Neutravel per il drug checking non finisce qui. Una volta finita la festa i dati vengono raccolti e analizzati dall’European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction (EMCDDA), permettendo di capire come evolve il mercato nero degli stupefacenti ed il consumo di droga in Italia e in tutta Europa.
“L’ho presa nel club, mi ha fatto viaggiare sei ore. Mi sembra buona”. È così che ho conosciuto Giuditta al banchetto informativo. Mi dice che Torino è la citta della musica techno, puoi andare nei club oppure ti sbatti con la bici e vai ad una delle tante feste illegali, si chiamano le TAZ, nella periferia. Barriera, la Colletta o Parco Dora sono gli spot più utilizzati. A Murlo, lei e Teresa sono arrivate usando una delle tante app di ridesharing.

Teresa e Giuditta mi stanno ascoltando, spiego ad entrambe che serotonina e dopamina vengono rilasciate dalla MDMA in circolo e creano un’interazione neurotossica e che quindi i recettori vanno lasciati “riposare”. In testa ho l’immagine di me che scrivo nei miei appunti la stessa frase durante il training a cui Neutravel ci ha sottoposto. I loro occhi seguono la mia mano che apre il pieghevole giusto: il grande smiley sotto al titolo “Ecstasy” scompare e sulla seconda pagina il mio dito punta alcune delle parole chiave: “Battito”, “Idratazione”, “Colpo di calore”, “Mix pericolosi”, “Attacchi d’ansia”. Giuditta non ha ancora chiuso il marsupio nel quale ha conservato il pieghevole che Teresa già mi chiede se può prenderne un altro. Certo. Al banchetto informativo abbiamo centinaia di copie di pieghevoli informativi su ogni sostanza e per ognuno di queste ci sono gli operatori e i volontari del progetto Neutravel pronti a rispondare ad ogni domanda sul consumo, le interazioni, i rischi e le dipendenze del consumo di stupefacenti. Nel training mi hanno insegnato che non basta rispondere alle domande che la persona dall’altra parte del tavolo mi pone. Devo capire quali sono le sue paure, i suoi disagi rispetto alla situazione che sta vivendo. Tramite domande dirette ma non inopportune devo capire se oltre la curiosità sul nostro intervento c’è una richiesta di aiuto. Neutravel, dall’altra parte del tavolo, offre di tutto: acqua e cibo, pieghevoli informativi, supporto psicologico e interventi di primo soccorso.

Doma

Serotonina, dopamina, GABA. Queste erano alcune delle parole di Selene di Neutravel che poi dovrò cercare su Google. Una cosa di sicuro me l’ha trasmessa: con le droghe spesso 2 + 2 = 5. Ci ha spiegato che MDMA e LSD sono droghe sinergetiche e che l’effetto di entrambe viene amplificato. È meglio evitare, e se non si può evitare bisogna mantenersi su dosi minime per entrambe le droghe. Io ho sempre misurato gli acidi in termini di quartini: ne compri uno, lo dividi in quattro parti. Nel pieghevole che Selene ci ha dato parla di altre misure. Microgrammi. Poi come affrontare il “viaggio”. Cos’è uno stato alterato, come questo è influenzato da set e settings e da cosa deriva la “nausea” da acido. Ho il pieghevole in tasca, insieme a quello della ketamina. Ketch, mai provata, ma ne sono curioso, praticamente tutti i miei amici la usano.

Son passate le quattro del mattino, il buio fa spazio al crepuscolo. Giuditta e Teresa si son fidati, la MDMA può aspettare. Vincenzo ed io siamo ancora svegli, le nostre visioni cadono forti dai nuvoloni nel cielo che ci sovrastava allo spazio adibito agli artisti. Con le mani intrecciate fra i cavi di almeno dieci sintetizzatori riconosco Hesed. Arrivato a Murlo dalla Germania, come non si può riconosce l’equivalente techno di Jean Micheal Jarrè.

Alle feste i DJ o i musicisti si nascondono. Non c’è nessun palco ma solo un gazebo o qualche tavolo ben nascosto fra la folla danzante. Si fa così da sempre: niente idolatria, siamo tutti i partecipanti e non ci deve essere nulla che ponga distanza fra una persona e le altre.
L’unicità di Hesed e del suo collettivo però non può che essere riconosciuta. Un vero e proprio concerto, fatto di sintetizzatori, drum machine, apparecchiature homemade che riempiono il tavolo dal quale il segnale elettrico della sua musica raggiunge il muro di casse. Qualche beat e lo spazio davanti al muro si riempie. L’orologio ha superato le sette del mattino e si balla tenendo lontane le camionette della Digos che tagliano l’alba. Il sole rende finalmente riconoscibili tanti dei volti, tante delle persone che avevano accompagnato la mia danza per gran parte della notte.

Il bel tempo della prima giornata di festa è stata la giusta cornice per tanti dei sorrisi che mi hanno circondato. La famosa “presa bene”. Qualche pausa e mi son lasciato travolgere dalla musica fino al tramonto. Una ragazza mi ha regalato delle birre che accompagnano con un po’ di euforia le ondate di energia lisergica che al tramonto stavano oramai sfumando.

Durante la seconda notte abbiamo rimpianto i sacchi a pelo lasciati in auto. La stanchezza e il freddo sono stati alleviati dalle coperte isotermiche che i volontari di Neutravel hanno distribuito nell’area chillout. Non le abbiamo abbandonate finchè non abbiamo notato i primi falò. Mi sono confortato con il tepore del fuoco per tutta la mattina, per poi raccogliere le mie cose solo quando la musica si è abbassata ed ho intuito che la festa era arrivata al suo termine. Alle quattro di pomeriggio la musica scompare ed un fiume di persone volta le spalle al sound system: è il momento di andare. Mi ero riposato abbastanza per alternarmi alla guida. Io e Vincenzo eravamo saturi, saturi, saturi di divertimento. Il sole accompagnato dalla musica e dalla tribù danzante ha ucciso il lungo inverno.

Selene

In tre giorni di intervento penso di non aver dovuto svelare nessuna bugia. Nei festival e nei club i nasi aspirano le polveri nei bagni; gli “scambiamano” avvengono dietro le porte dei gabinetti. L’uso di sostanze collegato agli ambienti del divertimento, segreto di Pulcinella, nei Free Party è tollerato e questo, unito agli ideali di autogestione collegati a questo movimento, portano ad un maggior controllo nell’uso di stupefacenti e ad un intervento tempestivo nel caso di emergenze. L’informazione di cui Neutravel si fa portavoce in questi contesti non è ostacolata da tabù e stigmi e per questo molti dei partecipanti all’evento illegale acquisiscono una consapevolezza relativa all’uso di droghe che loro stessi ammettono esser nuova.

Oltre a tutto ciò che riguarda le droghe Neutravel si occupa di fornire un tipo di assistenza primaria (acqua, cibo, coperte, etc…) che fa sì che molte situazioni rischiose per chi arriva impreparato a tre giorni di festa non diventino un pericolo inevitabile.

L’esperienza di volontaria per Neutravel mi ha permesso di integrare nel mio percorso da assistente sociale comportamenti efficaci e pragmatici relativamente ai contesti legati al consumo di stupefacenti, allontanando le pratiche repressive e punitive completamente estranee ad ogni beneficio per la collettività.

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