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I RAVER NON SOGNANO PIÚ

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Month: July 2021

Teknival Des Musiques Interdite: ancora repressione in Francia – Redon

Posted on 2021/07/24 - 2021/07/24 by bananatek

I collettivi francesi stanno vivendo un periodo di repressione piuttosto duro. Dopo le vicende di questa estate il tradizionale rave di capodanno ha visto una partecipazione piuttosto ridotta, 2500 persone sono un numero piuttosto irrisorio se paragonato al numero medio dei partecipanti nelle grandi feste degli ultimi 5 anni, ma nonostante questo la risposta del governo è stata severissima nel tentativo di farne un caso esemplare.
La copertura mediatica è stata notevole e molto meno faziosa rispetto a quanto siamo abituati in Italia:

  • https://www.konbini.com/fr/musique/pourquoi-la-rave-party-du-nouvel-an-en-bretagne-a-t-elle-fait-autant-de-bruit (https://archive.is/r7DM8)
  • http://www.tsugi.fr/recit-la-free-party-du-nouvel-an-racontee-par-ceux-qui-lont-vecue/ (https://archive.is/ALEW2)

In Francia la questione politica è sempre stato uno dei punti cardini nella organizzazione delle feste e per questo la festa di capodanno è stata anche ripresa dal New York Times (https://archive.is/o1STM e dal Guardian  (https://archive.is/AacOk)

In generale abbiamo notato una notevole attenzione all’aspetto sanitario nelle taz francesi in questo periodo.

Au delà de l’image que renvoient ces fêtes, les comportements ont évolué depuis l’apparition du COVID. Tout le monde à vécu une période de confinement inédite et, bien  évidemment, les mentalités ont changé. Les fêtards font plus attention, et de nouvelles stratégies de réduction des risques sont apparues : moins de partage de bouteilles, on privilégie les groupes amicaux que l’on connaît. Pour certains, port du masque pour protéger ses proches les plus vulnérables, lavage des mains au gel hydroalcoolique plusieurs fois dans la soirée, on danse moins serré, avec moins d’accolades…

Nonostante la riduzione delle restrizioni l’azione repressiva in Francia sta continuando quest’estate. La violenza messa in atto dalle forze del disordine alla recentissima festa a Redon in
solidarietà a Steve Maya ha mostrato per l’ennesima volta l’ipocrisia delle istituzioni.

Le azioni della polizia sono state riportate da testate internazionali mentre la destra francese ha colto l’occasione per criticare i sovvenzionamenti statali ai collettivi di riduzione del danno presenti.

  • https://www.theguardian.com/world/2021/jun/20/france-rave-party-goer-loses-hand-police-clashes-injuries-brittany (https://archive.is/SOras)
  • https://www.nytimes.com/2021/06/19/world/french-police-covid-rave.html (https://archive.is/Hzgas)

Riportiamo la traduzione del comunicato di Techno+.

Da 26 anni Techno+ si occupa di free-party e teknival, nell’ambito della salute e della riduzione dei rischi legati alle pratiche festive. Come associazione impegnata nel movimento, ci siamo sempre preoccupati di garantire i collegamenti tra la scena e le autorità locali in modo che la celebrazione si svolga al meglio e che,
come in tutte le feste, sia preservata la salute delle persone. È in questo senso che siamo sempre stati sostenuti dal Ministero della Salute e riconosciuti come interlocutori dalle autorità locali.

Techno+ era presente al Teknival des Musiques Interdits, 43 volontari in totale, e può testimoniare quello che hanno passato, il lavoro che hanno fatto, la cura dei feriti. Tutto questo è avvenuto temendo per la propria salute, la propria vita. Non può essere diversamente quando, in fuga dagli assalti dei gendarmi attraverso i campi, sentiamo questo ordine della polizia: “Sparagli a vista”.

Sì Techno+ era presente e può testimoniare questa incredibile violenza, gratuita dove “l’ordine”, vale a dire (va ricordato) il divieto di ballare, deve prevalere, costi quel che costi: mano, occhio, vita…

Questo teknival di protesta, 2 anni dopo la morte di Steve, è arrivato a porre crudelmente la domanda: potrebbe il desiderio di fermare la musica il 21 giugno 2019, sulle rive della Loira a Nantes, giustificare la morte di ‘un giovane partecipante? No! Né è giustificabile che una pista da ballo sia diventata, il 19 giugno 2021, teatro di guerra.

Nulla può giustificare il rifiuto delle autorità pubbliche all’assistenza sanitaria al 22enne a cui era stata strappata la mano, costringendo uno dei suoi amici a coprire ciò che
restava del suo avambraccio con un panno. In quale stato psicologico si sono recati in ospedale questi giovani ventenni?

Techno+ era presente e può testimoniare anche le ferite curate dai suoi volontari: 22 vittime principalmente ferite a causa di proiettili, granate disaccerchiamento e LBD (ndt: armi subletali).

Un esempio: nell’aggressione “controllata” di sabato pomeriggio, una giovane ragazza che è stata colpita al volto, aveva la guancia aperta e qualche dente rotto. Nonostante gli appelli alle autorità sul posto e nonostante la sua sofferenza, ci sono volute quasi 2 ore perché i soccorsi fossero autorizzati a venire a prenderla
al nostro stand. La motivazione addotta era quella di garantire la sicurezza dei servizi di emergenza. Da chi dovrebbero essere protetti i soccorritori? I frequentatori di feste che hanno chiesto la loro presenza? o dalle forze dell’ordine?

Di chi ci stiamo prendendo gioco? I soccorsi, Croce Rossa, Protezione Civile e i vigili del fuoco sono sempre stati accolti a braccia aperte nei teknival, ringraziati, spesso applauditi sia dal pubblico che dagli organizzatori.

Techno + era lì e può testimoniare che per la prima volta in 26 anni, le sue richieste di aiuto sono rimaste inascoltate.

Quanti infortuni ci sono stati durante questo fine settimana? Al di là dei feriti che abbiamo incontrato durante il nostro intervento e delle 22 persone di cui ci siamo occupati, è difficile saperlo, perché come il giovane che ha perso la mano, la maggior parte dei partecipanti alla festa. si sono allontanati con i propri mezzi e non sono stati
contati dalle autorità.

Quanto alla questione dell’evacuazione notturna dei feriti e delle vittime della denuncia del sabato mattina, la richiesta del
Sottoprefetto, Sig. Ranchère, era che “dovevamo organizzarci a tutti i costi per evacuare le vittime”. Quando gli abbiamo chiesto cosa fosse
stato messo in atto su questo argomento, ha stretto i denti e ci ha risposto: “Ci stiamo ancora pensando…” Questo la dice lunga sui discorsi pensati solo per i giornali, ben lontani dalla realtà di cui parlava e da quello che accadeva a terra dal giorno prima!

Techno+ può anche testimoniare l’assenza di avviso precedente la carica di polizia di sabato 19 giugno alle 17 ma anche che il
sottoprefetto, con cui eravamo in contatto dalla mattinata, ci ha più volte assicurato che non c’era non avrebbero caricato e che la sua
priorità era “evitare ulteriori lesioni”. Ricordiamo che il luogo della festa era un cul-de-sac (ndt: vicolo cieco) la cui unica uscita era controllata dai
gendarmi. Gli avevamo presentato i pericoli associati al sito: un fiume alla fine del campo, a sua volta delimitato da due fossati.

Questa favola di un giovane armato, ebbro di odio e di violenza, che tira blocchi di cemento alla polizia, spacciato ai media che non hanno
mai il tempo di verificare (deontologia?), aveva il solo scopo di giustificare l’ingiustificabile, di spezzare l’impeto di un giovane venuto a ballare.

Chi è responsabile di questa violenza? La polizia ha trasgredito gli ordini del prefetto di Bretagna, come lascia pensare questo fatto?
Voleva forse il prefetto anticipare gli ordini del ministro? O è stato il ministro dell’Interno a ordinare un simile episodio di violenza in questo periodo elettorale?

Un giorno impareremo, se ci sarà un’indagine, qual’era la catena di responsabilità. Ma qualunque cosa sia stata, ciò che i volontari di
Techno+ hanno visto, vissuto e per la quale sono profondamente scioccati è, ai loro occhi, è una questione molto più seria per il futuro. È stato il sorriso soddisfatto, il piacere che provavano alcuni gendarmi durante gli atti di violenza. Vogliamo dire solo alcuni gendarmi, perché sappiamo anche che altri, speriamo la
maggioranza, sono rimasti allibiti da questi comportamenti.

Questo sorriso, questo piacere, è il confine che, in teoria, separa la milizia (ndt: polizia politica paramilitare) dalla Gendarmeria Nazionale, garante della nostra democrazia.

 

Posted in Memorie

Freedom Day

Posted on 2021/07/24 - 2021/07/24 by bananatek

Il mio marsupio stava prendendo la polvere ormai da troppo tempo. Ho passato tutto il triste inverno londinese a saltare di bar in bar: Camden, Hackney Wick, Dalston, perfino i locali posh di Soho. Una sera ero finito a cercare le info in un rooftop bar di Shoreditch, e la situazione non poteva essere più triste di così.

Sono un italiano emigrato per lavoro ed i miei unici amici qua sono i miei due coinquilini. Questo significa che come la stragrande maggioranza dei londinesi ho passato i primi weekend dalla riapertura dei locali a bere nei bar del centro. Non deve meravigliare che lo scorso sabato si preannunciasse come il solito pomeriggio al Rocksteady di Dalston. Mi dirigo lì quando non so più dove andare a parare, che coincidentalmente è proprio quando chiamano l’ultimo giro dell’happy hour.

Per fortuna ho la parlantina facile e ho attaccato subito bottone con questa coppia di francesi che mi ha chiesto un paio di cartine. Incuriosito dal fatto che avevano guidato per due ore da Leicester li ho interrogati sul motivo del loro viaggio: non potete immaginare la mia faccia quando mi hanno rivelato che erano venuti per una festa. Lui un raver old school: Kernel Panik, Heretik, Crystal Distortion, lei che per una festa era arrivata fino al CSA Auro, in Catania. Non ho neanche dovuto chiedere che ero già in auto con loro.

Abbiamo guidato per più di quaranta minuti. Sembra molto ma eravamo ancora in periferia di Londra quando abbiamo parcheggiato: le indicazioni che erano arrivate alla coppia francese per messaggio ci avevano portato ad un ponte dove un ragazzo, fermo su un muretto, ci ha dato un’occhiata e poi chiesto se eravamo lì per la festa. La sentinella.

Il ragazzo ci dice di prendere una stradina sterrata, impercorribile in auto. Non facciamo neanche cento metri che una massa di ragazzi in jeans, profumo e camicia ci viene incontro e ci annuncia che la festa è finita: “Police… shutdown”.

Ci fermiamo a parlare con il ragazzo del muretto. Anche lui stupito da tutte quelle persone che se ne stavano andando, tira fuori il telefono: surprise surprise la polizia aveva sì sgomberato una festa, ma non la nostra!

Ci incamminiamo, avevamo davanti a noi qualche chilometro di strada buia e sterrata.

Melting Pot

Siamo arrivati e abbiamo trovato un’altra sorpresa: la musica era spenta e la crew ci ha chiesto venti sterline per stare lì. Non c’era neanche un sound system ma due casse attive montate sul treppiedi.

Andiamo al bar dove una ragazza russa ci spiega che la crew era impegnata a parlare con la polizia che stava portando a passeggio i cani. Era preoccupata, erano alla quarta festa ed era la prima volta che gli amici in blu davano problemi.

Quel silenzio è durato poco meno di mezz’ora; si sono accese le spie degli speaker e abbiamo capito che ci aspettavano dieci ore di psytrance. In realtà dieci ore di psytrance non è proprio che siano la mia idea di serata ideale. Non è un caso che io non sia mai stato ad uno dei tanti festival che vengono organizzati in Italia, Spagna ed Est Europa.

Fortunatamente a tutta quella forest si è alternata tantissima goa, qualche pezzo psytrance più mainstream e a momenti anche della breakbeat. Nelle settimane che hanno seguito quella taz abbiamo capito che la scena qui è musicalmente molto eterogenea rispetto al resto d’Europa: nei flyer si trova di tutto, dalla gabber alla dnb, dalla psytrance alla techno, a volte perfino l’house di qualche dj indie che appare su soundcloud.

Nonostante ci sia musica per tutte le orecchie non c’è la cultura del sound system che si trova nei free party più a sud nel mondo. Le crew montano semplicemente due speaker attivi, una console e un generatore. Questa è una decisione molto pratica: appena arriva la polizia delle persone caricano l’attrezzatura e in un batter d’occhio spostano la festa in un’altra zona di Londra.

L’aspetto più bello e d’impatto di questa taz è stata tutta il multiculturalismo che ci ha circondato. Abbiamo ballato con dei portoghesi, greci, polacchi ed ucraini, francesi e tedeschi, spagnoli
ed i russi della crew. Una ragazza canadese, Aria, che ha notato la mia maglia del XM24 mi ha chiesto se fossi nuovo. Mi ha spiegato che la scena inglese è piuttosto viva, specialmente in Scozia e nel sud del paese.

(video rilasciato col consenso degli organizzatori)

https://iravernonsognanopiu.noblogs.org/files/2021/07/alter_native_waves_10000000_1312063516279318_8870254754373721402_n.mp4

Pochi kilowatt, ma buoni

Una parte di me è stata dispiaciuta di non essersi trovata alla teuf di 40kw su cui ci si poteva imbattere in molte delle feste in Francia, d’altro canto il motivo per cui questa festa mi rimarra impressa è sicuramente il calore con cui le persone mi hanno accolto che è permasto per tutte le settimane a venire. La situazione delle restrizioni ha reso molto difficile socializzare a Londra ed è proprio grazie a questa festa che la situazione è cambiata. Aria, appena mi ha visto che stavo girovagando da solo si è preoccupata di chiedermi come mi stavo trovando a Londra, presentarmi i suoi amici con cui era venuta, condividere il contatto di due ragazze che squattano nel mio quartiere.

Dal momento in cui si è presentata non mi ha lasciato dieci minuti solo e con lei mi sono circondato di mille facce nuove, mille pronuncie differenti. Nonostante la musica non abbia disturbato minimamente le anatre del fiume che scorreva lì vicino è stata sufficiente per scacciare la solitudine dalla mia nuova vita in Inghilterra.

 

K. D.

Posted in Esperienze

[ Dance before the police come ]

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