Era un po’ che ci parlavano della Loira e finalmente era arrivata l’occasione giusta per visitarla, o meglio, per visitare un hangar della Loira! Era tutto pianificato, dovevamo partire con un treno delle 14:30, poi un tram, 3 km a piedi e saremmo finalmente arrivati.
Forse ci siamo rilassati troppo, magari perché stavolta eravamo organizzati al meglio. Abbiamo perso il treno. A quel punto, dato che il nostro amico contatto non ci rispondeva, abbiamo ripiegato con un blablacar che sembrava passasse a pochi Km dalla festa. Arrivati al punto d’incontro il nostro autista, Guidò, aveva già tamponato prima di partire, innervosito da un nostro leggero ritardo. Una volta in auto non solo ci ha detto che quello era il suo primo incidente ma anche che doveva correre a casa per il compleanno del figlio e per quello ci avrebbe lasciato alla più vicina uscita dell’autostrada. Non potevamo tollerare 15Km a piedi alle 8 di sera. Per fortuna, Guidò, dopo averci giurato che non avrebbe più usato blabla ha accolto le nostre suppliche e ci ha lasciato “solamente” a 4 km dallo spot.
La passerella autostradale
Guidò, faceva trasparire nervosissmo da tutti i pori; lo potevamo sentire ancora sbuffare dopo essere scesi dall’auto. Non ci rimaneva che camminare 4 km di passerella autostradale. Nonostante ci stessimo avvicinando al punto della festa ancora non si sentiva rimbombare il muro di suoni; abbiam capito di essere giunti a destinazione quando in un angolino al riparo dalla luce dei lampioni abbiamo scorto un’auto della gendarmerie. Per un attimo abbiamo esitato un pochino poi ci siamo uniti alla prima comitiva e siamo entrati.
Dove parcheggiamo l’aereo?
Man mano che ci avvicinavamo alla musica, parlavamo con un tipo della comitiva a cui ci eravamo aggregati. All'”ingresso” c’erano alcuni della crew che chiedevano un’offerta per il sound e si raccomandavano di rimanere nelle sale designate senza invadere gli altri spazi. Dovrebbe essere buonsenso, che quando si occupa uno spazio altrui in festa non si dovrebbe imitare Dora l’Esploratrice, eppure, non mancavana gente che occasionalmente sbucava da altre sale.
Non eravamo pochi, circa 500 persone ma lo spazio dell’hangar poteva accoglierne tranquillamente un numero 20 volte superiore. C’erano due muri di casse a circa 100 metri, divisi l’uno dall’alrto da un muro (vero). Il primo su cui si alternavano Tekmanta, Electrocution, Passtek e Tekdown mentre il secondo, quello dove abbiam passato la maggior parte del tempo, La Rouste e Kosmo dove suonavano principalmente tekno.
Robin lamentava della pericolosa assenza di birre che avevamo dimenticato per la fretta. 20 minuti per ritrovarci con birra, keta e fumo. Birra e fumo li abbiamo rimediati da uno stand accanto l’entrata dell’hangar, mentre per la ketch abbiamo conosciuto due tipi in quello che era diventato il parcheggio.
Volevamo soltanto mezza busta, se si può parlare di busta visto che era in un improvvisatissimo involucro di carta, e per questo ci hanno accompagnato al Winnebago di Walter White. Fornelletti per terra e mille mila paraphernalia. I tipi vendevano di tutto tranne che, come si poteva intuire, erba! Ci hanno prestato un bilancino e ci abbiamo chiacchierato un po’. Chiuso il marsupio e via in direzione della musica.
Cyberpunk lenticchie
Fin dal momento in cui sei dentro al rave, le vibrazioni del suono non ti abbandonano per un istante, che tu sia steso per terra a fare un riposino o nell’angolo più remoto della festa. Questo è il momento del racconto in cui l’eccitazione derivata dalla musica, dall’ambiente, dallo spirito delle persone che ti circondano, ti accompagnano minuto dopo minuto nel vivo del cuore del sound. È come se tutte quelle ore di viaggio, il tempo consumato per cercare le info, la lunga camminata prima di raggiungere lo spot non avessero esaurito minimamente la tue energie ma anzi, esigono che il tuo corpo si muova sotto casse per ore, ore e ore.
Io e Robin non avevamo il minimo dubbio di iniziare dal set di LaRouste; avevano decorazioni e luci al neon che creavano un ambientazione piuttosto cyberpunk, perfettamente inserita nel contesto di un hangar abbandonato! Tutta quella scena è stata spezzata nel momento in cui ci siam fermati per mangiare un piatto di vernacolissime lenticchie che Robin aveva preparato prima di partire.
Un altro dei momenti in cui, seppur per una sola ora, ci siamo allontanati dalle vibrazioni del muro è stato per fare un riposino, o meglio, riposare il corpo e godere degli effetti dissociativi della ketamina.
Il momento del completo risveglio è sopraggiunto quando io e Robin ci siam guardati, prendendo coscienza del fatto che stavano suonando della fortissima drum ‘n’ bass. Entusiasti ci siamo tuffati di nuovo nella folla, per rimanere delusi dopo pochi secondi dal cambio di genere. Non sai mai quando quale è il momento giusto per fare una dormita ad un rave.
Considerazioni
È difficile rispettare i livelli di pulizia dell’Inna Bad Fusion ma tutto sommato la gente è stata abbastanza pulita, ad eccezion fatta per quei pochi con il vetro che, spaccandosi a terra, lacera i sacchetti dell’immondizia creando sporcizia. Se c’era qualcosa che andava davvero contro lo spirito della TAZ era quella manciata di persone che erano venute con l’intento di lucrare: c’era chi vendeva sigarette di contrabbando, chi venuto con il camioncino per spacciare e vendere cibo, senza parcecipare minimamente alla danza collettiva, e quelli che andando contro le direttive del sound system curiosavano in giro setacciando ogni angolo delle stanze chiuse dell’hangar. Un ultimo rimprovero va a quelli che tenevano sempre il cellulare in mano, scattando in continuazione foto in giro, ad un certo punto sembrava quasi di stare ad un matrimonio o una prima comunione.
Per quanto riguarda il sound tutti i complimenti per la qualità e la mescolanza di set. Io e Robin siamo ancora dispiaciuti per aver perso il treno e aver lasciato a casa i sacchetti per l’immondizia, ma soprattutto, di aver perso il set drum ‘n’ bass.
Abbiamo conosciuto un buon numero di anime buone, tra cui alcune molto giovani che hanno neutralizzato le bad vibes di quei quattro cazzoni che hanno provato ad iniziare una rissa. La mattina, non mancava il gentile sorriso della gendarmerie che ha coronato una bellissima notte consumatasi di fronte al sound di LaRouste e Kosmo.
Se c’è una cosa che abbiamo imparato da questo rave è che non è mai troppo tardi per imparare ad andare sui pattini, e che sì, le quattro di mattina in un hangar della Loira sono il posto perfetto per cominciare.